Dalla vacanza in Romania, pardon visita istituzionale, il sindaco di Sulmona ha riportato ieri, oltre alla schiera di musici, danzatori, attori, cineasti e grafici (tra cui quello da cui ha acquistato 1500 euro di gadget da distribuire ai padroni di casa) che si era portata al seguito, anche un “importante risultato”: la firma, insomma quasi firma, di una convenzione per l’istituzione di un Centro internazionale di studi ovidiani.
“Lo scopo è svolgere comuni attività di ricerca e formazione, tese ad approfondire studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura di Ovidio, nato a Sulmona e morto a Tomi, attuale Costanza” annuncia una nota. A condurli, però, non saranno professori e studenti di latino, né di letteratura, ma architetti e aspiranti tali: la convenzione, infatti, sarà tra la facoltà di Architettura D’Annunzio di Pescara e l’ateneo Ovidiu di Costanza.
E giusto per chiarire, si legge ancora nella nota che “le attività di ricerca dell’Istituto potranno svolgersi, oltre che nei due atenei, anche nelle sedi del Comune di Sulmona”. Chissà forse negli uffici del settore Urbanistica, tante volte la biblioteca comunale e quella dell’Apc non dovessero riaprire in tempo.
Per il sindaco però “si tratta di un progetto ambizioso e importante non solo per Sulmona, ma per l’intero Abruzzo che si arricchisce di un’offerta formativa per giovani studenti e per tutti gli appassionati delle opere e delle tematiche ovidiane”.
A seguire i ringraziamenti, primo tra i quali al professor Raffaele Giannantonio, solo per pura coincidenza referente della facoltà di Architettura di Pescara e già responsabile della commissione organizzatrice di Ovidio 2017. Insomma l’occasione era sotto mano, cantata e suonata, perché farsela sfuggire.
In fondo basterà sostituire ad un verso una prospettiva e la cultura è fatta.
Niente ombrelli in quel di Costanza?