Elezioni, cosa succede in città

La sfida interna nel centrosinistra l’ha vinta a Sulmona Mimmo Di Benedetto che con 858 preferenze supera di poco il suo diretto concorrente Fabio Pingue (655 voti a Sulmona). E’ una differenza tuttavia non di grande conto che pone un interrogativo in più dopo il risultato non così mortificante come si pensava del centrosinistra, tutto sommato ancora vivo considerando i 4.162 voti dati al candidato Giovanni Legnini. Se a questi si aggiungono i 579 presi da Antonio De Crescentiis (voti insomma che nel centrosinistra più tradizionale vanno rimandati) e persino i 433 di Antonio Di Rienzo nel Pd, si capisce che c’è spazio per affrontare una possibile campagna elettorale amministrativa nell’immediato futuro, ma solo a condizione che le forze che finora sono state disgregate ritrovino almeno una certa unità interna e una convergenza sugli uomini.
Il centrodestra, certo, in città guadagna un netto 50,29%, rispetto al 34,64% del centrosinistra, ma è anche vero che dentro la coalizione di Marsilio c’è, almeno formalmente, un pesante 16% dell’Udc, ovvero di Andrea Gerosolimo che a Sulmona, con la candidata Marianna Scoccia, ha preso 1.863 preferenze di cui 1.718 alla moglie.
Nel centrodestra emergono in città dati interessanti, a partire dal sostanziale annullamento di Forza Italia che con appena 420 voti, crolla al 3,60%, sotto Fratelli d’Italia (che aveva però un candidato locale come la Iommi) che tocca il 4,46% (520 voti) e di poco sopra a Roberta Salvati di Azione Popolare che incassa i suoi 215 voti personali. Si conferma in città l’effetto traino della Lega, anche se inferiore rispetto ad altri territori, che con 2.771 preferenze si pone comunque come primo partito in città al 23,80%.
Un risultato che la Lega potrebbe ottimizzare se, come sembra prospettarsi, si aprirà un seggio in consiglio regionale a favore della candidata locale Antonietta La Porta, piazzatasi terza nel partito provinciale e quindi con buone opportunità, nel caso uno dei primi due vada a fare l’assessore, di rientrare in consiglio regionale.
Cosa su cui, forse, Gerosolimo non potrà contare: i calcoli sono ancora da fare ma non è certo che la Scoccia, nonostante l’ottimo risultato in provincia, riesca a conquistare il seggio e questo potrebbe spingere Gerosolimo a dover scendere a patti per evitare che, ad esempio, cada l’amministrazione di Sulmona e di conseguenza la gestione delle società partecipate e il loro bacino di voti.
E poi c’è il caso 5 Stelle: i grillini hanno preso 1.747 voti di lista che, dato i candidati tutti “esterni” (ovvero marsicani) devono essere considerati quasi tutti voti di opinione. Si tratta di un importante 15% dell’elettorato attivo la cui collocazione, sempre che la prossima volta il Movimento riesca a presentare una suo candidato in Comune, è ancora tutta da scoprire, soprattutto in fase di eventuale ballottaggio.

2 Commenti su "Elezioni, cosa succede in città"

  1. Va bene l’analisi politica. Qui però si dovrà aprire prima o poi un’altra analisi ben più importante, quella sugli “elettori”. Facile criticare i candidati, difficile sembra invece riconoscere nelle proprie azioni qualche tipo di “incoerenza”. Insomma siamo stati in grado di dirottare i voti verso chi fino a ieri ci dava del “terrone” (e che oggi ha deciso di considerarci italiani), verso chi si autoproclama “padrone” di un territorio (tanto da far fare volantinaggio anche ai dirigenti delle partecipate) e verso chi gestisce il suo piccolo pacchetto voti ormai da decenni (riproponendosi come nuovo in ogni occasione, ma guarda caso sempre con lo stesso nome).
    Per farla breve “caro elettore medio peligno” questa mattina sei riuscito a guardarti bene allo specchio?

    • io direi caro elettore italiano , siamo cosi … basta che vince la juve o l inter il milan ecc ecc.. e loro lo sanno . SERVILI FINO ALLA MORTE.

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