Un patrimonio in ostaggio

Non è dato sapere se il Centro celestiniano, la struttura di via Matteotti che un tempo ospitava il liceo scientifico, potrà assolvere all’emergenza logistica delle scuole: con i lavori in partenza alle Capograssi e alle Serafini, infatti, il bisogno di spazi utili nei quali trasferire gli alluni delle scuole è diventato un altro grande problema dell’amministrazione comunale.
In verità il Comune ci aveva già provato a verificare se l’edificio di via Matteotti potesse rispondere ai bisogni, a suo tempo degli studenti dei Musp, ma alla fine ne era stato impossibilitato. Il Centro, infatti, resta ostaggio dell’omonimo Consorzio celestiniano che, nonostante una sentenza del tribunale abbia stabilito che la locazione (si fa per dire, visto il prezzo che paga) è formalmente finita il 10 marzo dello scorso anno, non solo non riconsegna le chiavi, ma impedisce al Comune di fare le dovute verifiche.
Roba loro, insomma. Solo che la abbiamo pagata noi, sia per fare la ristrutturazione, sia per i soldi che negli ultimi diciotto anni sono andati in fumo. E a fumarseli sono stati proprio i misericordiosi consorziati celestiniani che con un subaffitto molto vantaggioso (quasi 5mila euro al mese) a fronte di un fitto ridicolo (1,5 euro), hanno ampiamente lucrato su questo bene pubblico.
E loro, i misericordiosi celestiniani, non ci pensano proprio a mettersi le mani in tasca per restituire, ad esempio, il 6% degli utili prodotti come prevedeva la convenzione, o ancora per tirare fuori le chiavi e restituire il bene al legittimo proprietario.
Così le carte sono ora passate dall’ufficio patrimonio, all’ufficio legale. E campa cavallo che la giustizia cresce.
Tanto più che una modifica al Peg (il piano economico e di gestione del Comune), pubblicata ieri, ha stabilito il trasferimento dell’ex addetto al patrimonio, Giancarlo Colaprete, rientrato ieri in servizio, all’ufficio per i servizi alla collettività. Colaprete, insomma, non si occuperà più di patrimonio, ma probabilmente di cultura, dove d’altronde stava prima che la giunta Federico lo relegasse ad altre mansioni. Gli farà posto Alessandro Ginnetti, che nel frattempo è stato spostato al sociale. Al patrimonio, infine, dovrebbe essere spostata Maurizia Di Massa, già in organico al quarto settore.
Si ricomincia da capo.

6 Commenti su "Un patrimonio in ostaggio"

  1. Chi è l’amministratore del consorzio?

  2. luciano mininni | 26 Gennaio 2019 at 08:52 | Rispondi

    lo voglio sapere pure io, chi è l’amministratore del consorzio?

  3. bene,tutte chiacchiere….nel mondo intero non acccade,solo nel nostro borgo,le ragioni?
    Sudditi del signore capobastone del momento..Cittadini consapevoli del potere sovrano avrebbero da tempo protestato,meglio difeso la proprieta’,naturalmente con pedate bene assestate ai responsabili dell’abuso,iniziando dalla presidente del consorzio coop,soci e “fedeli/credenti”….altro che Celestino V ,i suoi valori,principi ecc,il potere non
    come privilegio ma come servizio,raccontano,anzi promuovono,ma il capo pastore ,anche amministratore generale non ha nulla da dire ?

  4. Antonio Rosmini | 26 Gennaio 2019 at 18:52 | Rispondi

    Che brutta fine per questo edificio dalla lunga storia. E’ stato una clinica in tempi remoti, poi scuola media, liceo scientifico, albergo-ristorante. E ora?

  5. Antonio Rossini | 5 Ottobre 2019 at 09:54 | Rispondi

    Che Paese è questo! Una struttura che ha un’antica storia ridotta a dormitorio. E al Comune non pagano nemmeno l’affitto. C’è un giudice a Berlino?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*