Passare parte del proprio turno su uno sgabello non era proprio il massimo del comfort così un gruppo di agenti di polizia penitenziaria, di stanza nella sezione verde di via Lamaccio, ha deciso di fare da solo e di scegliere, a proprio piacimento, come sostare lungo i corridoi nel periodo di sorveglianza. Agli sgabelli hanno sostituito, a proprie spese, sedie ergonomiche, raccolte tramite colletta e donate direttamente al carcere.
Un fatto che fa sorridere, ma che nasconde anche qualche disattenzione da parte di chi dovrebbe sostenere queste spese. A denunciare il fatto è per la Uil Pa Mauro Nardella: “Non ci sono soldi – spiega- siamo arrivati al paradosso, per cui anche una spesa di circa millecinquecento euro come questa, devono sostenerla gli agenti. Così anche per le scarpe e per tante altre questioni che dovrebbe essere lo Stato a garantire. Devo sottolineare, però, la disponibilità massima e incondizionata del direttore Sergio Romice che, suo malgrado, si ritrova a dover gestire una struttura così complessa senza avere soldi nel cassetto”.
Quello delle sedie è solo un esempio, forse anche il meno importante, perchè di mancanze al carcere di Sulmona ce ne sono diverse. Nardella, infatti, denuncia quella dei mezzi di trasporto, o la loro obsolescenza che spesso li costringe a lunghi periodi di stop, impedendo la traduzione dei detenuti. E mancano gli uomini, problema portato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni più e più volte con i turnover bloccati che non permettono assunzioni. L’età media del personale cresce, i giorni di congedo a disposizione anche così, spesso, ci si ritrova senza uominiin servizio in un momento, si sottolinea, in cui il carcere è in procinto di aumentare il numero dei detenuti con il nuovo padiglione la cui conclusione è prevista a fine anno.
S. P.
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