Il Coordinamento No Hub del Gas Abruzzo prova a portare la campagna elettorale su uno dei temi più spinosi nella Valle Peligna, quello del metanodotto e della centrale Snam. Per questo è stata inviata una lettera ai candidati presidente della Regione Abruzzo, nella quale sono contenute le problematiche del settore (nuovi metanodotti, siti di stoccaggio, centrale di compressione di Sulmona) e nella quale si chiede quali impegni essi intendano assumere al riguardo.
“Come cittadini – scrive il Coordinamento No Hub nella lettera – siamo consapevoli della grande responsabilità che tutti abbiamo, istituzioni in primis, di dover custodire il pianeta e, nel nostro ambito, il grande patrimonio naturalistico della Regione difendendo strenuamente elementi vitali quali l’acqua, l’aria, l’ambiente. La messa in sicurezza del territorio, rispetto al rischio sismico e a quello idrogeologico, la forte opposizione e determinazione nel respingere opere altamente impattanti, inutili ed imposte, deve essere considerata una priorità nelle scelte politiche del prossimo Governo regionale”.
Continua il Coordinamento: “Diverse sono le opere che riguardano le infrastrutture energetiche aperte nella nostra Regione: tra queste, stoccaggi di gas, il metanodotto Larino-Chieti, il megagasdotto “Rete Adriatica” della Snam di 687 Km. con il metanodotto Sulmona-Foligno (uno dei cinque tratti in cui il progetto è stato frazionato) ancora non autorizzato e la centrale di compressione e spinta da ubicarsi a Sulmona autorizzata con decreto del 7 marzo 2018. Tali opere – che dovrebbero essere realizzate in aree quali quelle dell’Appennino, che sono tra le più altamente sismiche dell’Italia – non solo si traducono in una distruzione del patrimonio ambientale e nell’esposizione ad elevati rischi per la salute e l’incolumità delle persone, ma per di più esse non servono ai cittadini italiani. Il loro scopo è prettamente commerciale: i maggiori quantitativi di gas da importare sono destinati alla rivendita ad altri Paesi europei. Le attuali infrastrutture di importazione di gas (metanodotti e rigassificatori) soddisfano abbondantemente le necessità dell’Italia i cui consumi sono da anni in calo”.
Fra le richieste che fanno poi i No Snam ci sono quella di: mantenere ferma la contrarietà a tali opere astenendosi dall’adottare o fare proprio qualsiasi atto che sia in contrasto con quanto già adottato, al riguardo, dal precedente Consiglio Regionale; mantenere ferma la negazione dell’intesa per quanto concerne il metanodotto Sulmona-Foligno; effettuare la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) per il metanodotto Larino-Chieti; intraprendere ogni iniziativa per esercitare pienamente il proprio ruolo di opposizione a tutte quelle opere che mirano a trasformare la nostra Regione in un distretto minerario; chiedere al Ministero dell’Ambiente la riapertura della V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) dell’opera “Rete Adriatica” – metanodotto e centrale – perché l’iter seguito presenta macroscopici vizi procedurali quali il frazionamento dell’intero progetto in cinque tronconi; la mancanza della necessaria V.A.S.); lo sdoppiamento delle procedure nel 2011 (una per la centrale e una per il metanodotto), elementi che sono anche oggetto di ricorso al T.A.R.; chiedere una valutazione costi-benefici dell’opera considerando, tra i costi, non solo quelli strettamente economici, ma anche quelli che incidono sull’ambiente, sulla salute e sull’economia locale.
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