Acqua contaminata o presunta tale, ecco i siti a rischio in Valle Peligna

L’ambiente è un argomento che pare interessare a pochi nonostante l’importanza che la sua tutela dovrebbe avere nelle vite di ognuno e nelle faccende di enti e istituzioni varie. Eppure ciò non è, e ieri il Forum H2o ha pubblicato l’elenco di tutti i siti contaminati o potenzialmente tali in Abruzzo 

La Valle Peligna non è esente da questa lista con alcune fonti e falde già sottocchio da tempo, alcune passate sotto la penna de Il Germe come fonte Abate nel capoluogo peligno, ad esempio, i cui valori erano preoccupanti mesi or sono e lo sono ancora. Passa il tempo, ma la situazione non cambia. E di siti ce ne sono ancora. A Pratola figura il sito Foceit e quello denominato come “lavaggio stazione Api”. A Roccacasale, anche, la situazione non cambia: era e resta in elenco il sito “distributore Agip”; a Corfinio preoccupante è la cosiddetta contrada Giulio Cesare nei pressi del Casale Falconero; a Raiano due siti sono quello in via Valle Arcione nella zona industriale denominato Strade e Asfalti e l’altro contrada Cannucce nel sito Ansape. Tornando a Sulmona ci sono altre aree potenzialmente inquinate come quella in contrada Santa Lucia nel pozzo ditta Giampietro Calcestruzzi; nella zona industriale c’è invece il sito Sistemi Sospensioni. Spostandoci un po’ c’è un caso segnalato nell’elenco anche a Castel di Sangro in Bocche di Forlì nel sito dell’impianto di compostaggio riportato come Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque Miglia. 

L’anagrafe dei siti in Abruzzo (approvata dalla Giunta regionale lo scorso 28 dicembre) parla in totale di 864 siti dei quali 159 contaminati, cioè con superamenti delle concentrazioni soglia di rischio (Csr) o di contaminazione (Csc), e 705 potenzialmente contaminati. Il tutto distribuito  in questo modo: 271 in provincia di Chieti; 254 in quella di Pescara; 211 Teramo e 128 L’Aquila. Tra tutti solo 17 sono stati bonificati, 233 risultano non contaminati. Una panoramica preoccupante per la  “Regione verde d’Europa”.

E ci va giù duro il Forum. D’altronde il 50 per cento dei corpi idrici sotterranei “non rispetta gli standard di qualità” e il dito è puntato contro gli amministratori perché “il tema delle bonifiche non è tra le priorità” e le procedure troppo lunghe. I piccoli Comuni, poi, non hanno le risorse necessarie, mentre i grandi le dirottano su altro. Le provincie, dal loro canto, sono indietro per “l’individuazione dei responsabili delle contaminazioni che dovrebbero sostenere i costi delle bonifiche”, i siti così restano abbandonati.  Ed ancora H2o denuncia la mancanza di trasparenza nonché della sorveglianza epidemiologica “e le ASL abruzzesi e la regione stessa non sono attrezzate per far fronte a queste problematiche che spesso, come dimostra lo studio Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità, possono avere impatti seri sulla popolazione”.

La palla passerà così alla prossima Giunta regionale.

Simona Pace

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