San Cosimo polo logistico, ai candidati presidente l’onere della riflessione

La molla che fa scattare la rabbia è il secondo anniversario di Rigopiano, una tragedia che ha contribuito a strutturare l’idea di come la “macchina” delle emergenze debba essere “professionale, celere”. La rabbia è quella di Roberto Santilli, coordinatore del comitato Cittadini Valle Futura, perché fatti di questo tipo, quando la natura mostra tutta la sua forza a scapito dell’uomo, ce ne sono stati e ce ne saranno ancora con tutta probabilità.

Santilli torna così a proporre quella che da progetto del comitato è una struttura all’avanguardia e sempre pronta ad un immediato intervento in grado di “rispondere alle emergenze, di qualsiasi natura esse siano”. Rispetto a Rigopiano Santilli scrive:  “Come al solito ora si cerca ‘il colpevole’ ma si evita di dire che, fermo restando il profondo rispetto per i volontari, la struttura di Protezione Civile nazionale è farraginosa, dispersiva, poco specialistica”. Il caso specifico è quello che riguarda una delle imputate nel processo ossia “l’addetta a rispondere alle telefonate di emergenza era una assistente sociale, funzionaria della Prefettura prestata per l’emergenza alle attività di protezione civile. Quindi una figura con poca o senza competenza delegata a gestire una fase così delicata- puntualizza Santilli-. Nonostante quasi ogni anno, nel centro sud Italia, vi sia una emergenza, una catastrofe, si continuano a commettere gli stessi errori e a non capire che è necessario dotarsi di una struttura di pronto intervento, centralizzata, qualificata, professionale e strutturata per intervenire con immediatezza ed efficienza in ogni situazione”.

L’idea presentata nel lontano 2000 dal comitato è quella di un polo logistico di Protezione Civile all’interno della struttura del monte San Cosimo, altamente qualificata e adatta anche alla formazione di personale specializzato. In grado, tra le altre cose, anche di risollevare le sorti lavorative della Valle Peligna con tutto l’indotto che una riconversione di questo tipo andrebbe a creare.

Un’idea “che continueremo a proporre” aggiunge il coordinatore, “lo faremo finché avremo voce e finché qualche rappresentante politico nazionale non avrà il coraggio di essere lungimirante, innovativo e che si faccia promotore di un vero cambiamento”. Ma le regionali sono dietro l’angolo e l’occasione potrebbe questa quella di proporre ai candidati una riflessione a riguardo. D’altronde la Valle Peligna e San Cosimo sono snodi per l’Abruzzo e per l’Italia, ben collegati dall’autostrada (che anch’essa ha bisogno di una bella operazione manutentiva, promessa dal governo). Se non chè il progetto è stato in un certo senso “scippato” dalla Marsica eletta a luogo ideale dal Dipartimento Nazionale nell’aprile scorso. Ma forse non è ancora troppo tardi per parlarne  ancora fermo restando il vincolo  su San Cosimo come  proprietà al momento militarizzata, con tutto ciò che ne consegue.

Simona Pace

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