Lo “spirito” è quello di “conservare e tramandare alle future generazioni i valori e le azioni di coloro che hanno lottato per la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, per la riconquista della dignità perduta, per l’affermazione della democrazia e la istituzione dello Stato repubblicano”. Valori riconquistati con sangue e sacrificio, con passione e dedizione dopo l’armistizio e la formazione dei gruppi partigiani.
In questo contesto la Brigata Maiella è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante, non solo una banda, ma una formazione successivamente riconosciuta come parte dell’esercito alleato che, in più rispetto alle altre, conservava una certa autonomia. Fiera, la Brigata Maiella ha contribuito fattivamente a respingere le forze di oppressione sempre più a nord fino alla Liberazione. Le azioni dei suoi uomini vengono raccontate come leggendarie e le loro storie continuano lentamente ad essere restituite alla memoria. Medaglia d’oro al valor militare.
A Sulmona, così, sorgerà finalmente un monumento dedicato “che ricordi, in ogni giorno e momento, gli uomini che hanno combattuto per la libertà e per la democrazia fino al supremo sacrificio” in una zona della città che già qualche monumento inizia a collezionarlo, l’angolo fra via Togliatti e via della Cornacchiola. Un’opera fortemente voluta dall’associazione nazionale ex Combattenti del Gruppo Patrioti della Maiella, sezione di Sulmona e Valle Peligna, senza gravare sulle casse pubbliche, ma anzi donando proprio al Comune il monumento (8mila euro). Una delibera di Giunta ha così autorizzato l’associazione ad andare avanti con i lavori rimandando a un momento successivo gli atti concreti per rendere efficace la donazione.
Il Treccani definisce così il termine “monumento”: “Segno che fu posto e rimane a ricordo di una persona o di un avvenimento” ed ancora “In senso più ampio, qualunque opera d’arte, spec. d’architettura o di scultura, che per il suo pregio d’arte e di storia, o per il suo significato, abbia speciale valore culturale, artistico, morale”. Ebbene, Sulmona aspettava da tempo questo ricordo tangibile.
Simona Pace
VOGLIO RICORDARE, FRA I TANTI VOLONTARI DI SULMONA E DELLA VALLE PELIGNA, ENNIO PANTALEO. AVEVA SOLO 14 ANNI. DICHIARO’ DI AVERNE 18 PER ESSERE ARRUOLATO. ERA GIA’ MOLTO ALTO E PER QUESTO FU CREDUTO.
UNA BUGIA PER COMBATTERE PER LA LIBERAZIONE DELLA PATRIA DALL’OPPRESSIONE NAZISTA.
UNA COSA, FORSE, INIMMAGINABILE OGGI. SULLA SUA FOLLE “AVVERNTURA” HA SCRITTO UN LIBRO DAL TITOLO “AVEVO SOLO QUATTORDICI ANNI”.
Grazie professore per la preziosa segnalazione!