L’ordinanza c’è, ma non si vede; o meglio non è stata pubblicata sull’albo pretorio. Quanto basta perché chiunque si senta autorizzato e giustificato dall’ignorarla. E in fondo così è stato finora, visto che per tutta la giornata di ieri, quando a mezzanotte è scattato il perentorio divieto da parte del sindaco di Sulmona di esplodere petardi e fuochi di artificio, piccoli e grandi hanno continuato a fare un po’ quel che gli pareva. Petardi e razzi, miccette e tric trac, insomma tutto il repertorio di fine anno, alla faccia dell’ordinanza fantasma, di un minimo di civiltà e della salute degli animali.
Anche volendo, d’altronde, i controlli chi li fa: la municipale alle otto smette il servizio e certo polizia e carabinieri hanno da fare cose più importanti che redarguire o multare gli amanti dei botti. Anche in considerazione del fatto che l’ultima volta non è finita proprio bene per chi ci ha provato.
Legalmente, poi, seppure l’ordinanza sia stata diramata alle forze di polizia, un’eventuale sanzione verrebbe annullata abbastanza facilmente, perché, dice la legge, un’ordinanza acquisisce effetto nel momento in cui viene pubblicata sull’albo pretorio. E siccome in Comune se ne sono dimenticati, o avevano troppo da fare, o non c’era nessuno che mettesse mano al sito, quel divieto, nella sostanza, non esiste. Così sarà almeno per tutta la giornata di oggi e chissà se domani qualcuno si ricorderà di pubblicare il documento, prima che il 2 gennaio a mezzanotte scada definitivamente.
L’ordinanza del Comune di Sulmona, in particolare, riguarda “il divieto di esplodere petardi, botti e fuochi di artificio, anche se di libera vendita nei luoghi di aggregazione o comunque in tutti quelli affollati, nelle aree a rischio propagazione degli incendi, nei plessi di ospedali, scuole, luoghi di culto o comunque nelle vicinanze di monumenti, edifici o aree a valenza storica, archeologica, architettonica, naturalistica o ambientale, nonché in particolare in Via Vicenne contrada Noce Mattei”.
Una misura di prevenzione adottata da diverse città italiane, molte delle quali hanno aggiunto anche il divieto di utilizzare spray al peperoncino. Aggiunta resasi necessaria, dopo la tragedia di Corinaldo, per evitare incidenti e nuove tragedie durante i festeggiamenti della notte di San Silvestro che si svolgeranno in molte piazze italiane. Sulmona è esente, non solo dallo spray, quanto soprattutto dagli eventi.
A dire il vero il tentativo di Sulmona di limitare l’uso dei botti, non ha fatto molta breccia nei Comuni limitrofi e neanche nelle città abruzzesi (solo L’Aquila ha adottato un’ordinanza simile).
Nella nostra zona si registra infatti solo l’ordinanza del Comune di Pettorano sul Gizio, sede anche una Riserva naturale, dove sull’albo pretorio si legge che esiste il “divieto di utilizzo di prodotti pirotecnici di qualsiasi genere nei giorni 31 dicembre e 1 gennaio”, rimandando in calce ad un’ordinanza, la numero 45 del 27 dicembre, che però né si apre, né esiste sull’albo pretorio.
Poi c’è il Comune di Pratola Peligna che l’ordinanza l’ha fatta, ma solo raccomandando ai cittadini un uso prudente delle polveri esplosive, mentre il divieto è scattato più per la gestione della notte di San Silvestro relativamente all’uso del vetro. Dalle 23,30 del 31 dicembre alle 8 del 1 gennaio, infatti, a Pratola sarà vietato utilizzare e servire bevande, alcoliche e non, in contenitori di vetro fuori dai locali.
Infine in Alto Sangro dove, per dirla con una battuta del presidente della Provincia e sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso, “il vero pericolo sarebbe vietarli”: la presenza massiccia di napoletani, tradizionalmente molto legati ai botti di fine anno, renderebbe molto difficile l’opera di persuasione e soprattutto di controllo.
Non resta che incrociare le dita, sperando che nessuno si faccia male e soprattutto che un improvviso e auspicato rigurgito di civiltà convinca piccoli e grandi a non dare fuoco alle polveri.
L’ordinanza ha valore, anche se venisse pubblicata sull’albo pretorio, solo nelle zone riportate e pubbliche, nelle quali l’uso può portare problemi di sicurezza. Ricordiamo che le ordinanze hanno carattere di urgenza, pertanto non hanno valore se non ricorre questo presupposto. Nei luoghi menzionati e affollati, oppure in prossimità dell’ospedale e al canile, ad esempio, si può scatenare panico o fastidio agli animali ed è giusto vietare anche quelli di libera vendita. Negli altri luoghi pubblici si può regolamentare, ma nei luoghi privati e chiusi al pubblico le ordinanze sarebbero invalide perché andrebbero a prevaricare leggi nazionali riguardo la libera vendita di petardi. Ora se uno usa prodotti illegali è reato a prescindere dall’ordinanza. I rumori superano la soglia di accettabilità: codice civile. Qualcuno si diverte ad infastidire animali anche in proprietà privata? Codice penale sul maltrattamento degli animali. Il reato si compie comunque per cui, come le prefetture hanno diramato, sarebbe meglio una campagna di informazione ed educazione nei luoghi dove le ordinanze non possono valere.
Manco fossimo a Beirut, ma fatemi il piacere, per due botti che si spareranno dalle 2330 alle 0015.
Parliamo piuttosto di cose serie.
bene, la conferma del paese,borgo dell’incontrario,dei balocchi ,delle illusioni….dalla scoperta della “polvere” ad oggi, in tutto il Mondo ,il benvenuto al nuovo anno, con i fuochi d’artificio…Auckland:500 kg di fuochi ,12 km di cavi,1.5 t. di attrezzature,ecc,(newshub)…con le banalita’,piu’ idiozie assurde si cerca la visibilita’, altro che effetti speciali,o no ?