Tra il dire e il fare ci sono di mezzo le elezioni regionali, perché di assunzioni all’ospedale di Sulmona si parla da tempo e da quasi un anno, ad esempio, si attende la nomina del primario di Anestesia e Rianimazione, nonostante il concorso sia stato espletato e la terna pronta. Ma tant’è ieri durante il taglio del nastro del nuovo ospedale, manager e assessore regionale alla Sanità, hanno annunciato di aver approvato il piano assunzioni per la Asl che, a Sulmona, dovrebbe aprire almeno una quindicina di posizioni dirigenziali.
Si tratta di un programma importante, reso possibile sostanzialmente dall’uscita dal commissariamento che per dieci anni ha bloccato l’Abruzzo nel turnover e che, chissà, insieme alla nuova struttura, la prima e l’unica antisismica in regione e con una dotazione strumentale invidiabile, potrà, si spera, invogliare qualche camice bianco a scegliere Sulmona come sua residenza. Perché il problema vero, al di là della struttura di cui c’era un vitale bisogno, nella sanità peligna sono principalmente le professionalità che mancano e che a Sulmona, finora, non sono volute venire. Da queste dipende la fiducia dei pazienti, perché si sa che quando si tratta di salute l’utente segue dovunque il suo medico.
Qualificare l’offerta sanitaria non è solo un vezzo, né solo un diritto, ma anche una questione economica: la mobilità passiva è ancora troppo alta nella nostra regione e nella nostra Asl, specie in zone di frontiera come la nostra (includendo anche l’Alto Sangro).
Dunque la sfida che il Centro Abruzzo ha davanti ora è quella di riempire quella scatola vuota, bella e accogliente, ma pur sempre, ad oggi, vuota. Si potrà farlo, per iniziare, riempiendo le caselle da troppo tempo vuote e che il Piano assunzioni approvato prevede.
Nello specifico si tratta del primario e di due dirigenti medici per Anestesia e Rianimazione, per Chirurgia generale e per Medicina interna; di un dirigente per il Pronto soccorso, per Ortopedia e per Pediatria. Sono poi in corso le assunzioni, ma a tempo determinato, di un dirigente medico per Oncologia (dopo il pensionamento del dottor Saggio venerdì scorso), uno ad Ematologia ed uno a Chirurgia Generale. Nessuno, invece, ha risposto agli avvisi a tempo determinato per Radiologia e per Ostetricia e Ginecologia, quest’ultimo reparto in crisi per le continue voci e i paventati progetti di chiusura che, ci si augura, saranno fugati presto.
Il primo livello è uno strumento per assicurare il Santissima Annunziata ad un futuro più stabile, ma cominciare dal rendere operativo quello che già è previsto, sarebbe un enorme passo in avanti che la politica, quella locale e quella regionale, deve guidare con convinzione e serietà, a prescindere dalle scadenze elettorali.
Ecco perchè quando a primavera il gioiello antisismico del Santissima Annunziata aprirà i battenti, ad elezioni concluse, sarà importante verificare che le caselle opzionate ieri con gli anunci saranno riempite in ogni spazio.
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