Consiglio direttivo del Parco Majella: “Ma quale gestione alla deriva”

Quello del Consiglio direttivo del Parco Nazionale della Majella è una risposta che punto per punto mira a scardinare  accuse e  riflessioni sollevate dal sindacato Usb che lo ha accusato di una “gestione alla completa deriva”, “ai margini della legalità”. “Inesattezze strumentali” nonché una “descrizione gestionale assolutamente lontana dal vero” rispondono i consiglieri che partono proprio dalla questione del direttore Oremo Di Nino, prossimo al pensionamento, arrivato alla sua carica tramite convenzione con il Parco regionale Sirente Velino e senza “alcun aumento sulla propria retribuzione e, dunque, con significativi risparmi da parte dell’Ente”chiariscono i consiglieri sottolineando come tutto sia stato fatto a norma, “compreso quello della scelta della terna per la nomina del nuovo direttore”. Arrivata, in realtà, con tempi lunghi tanto che a metterci lo zampino è stato anche il Tar, sollecitando il Consiglio a proseguire con le procedure, dopo il ricorso presentato da un ricorrente.
I puntini sopra le “i” il Consiglio li mette anche sui concorsi interni e sull’incarico al responsabile di servizio ritenute dall’Usb “totalmente irregolari”, ma con “modalità di selezione- rispondono i consiglieri- espressamente riportate negli Avvisi”. Massima “trasparenza” dicono “rispetto a quanto accaduto in passato, allorquando la precedente Direzione aveva nominato il Responsabile del Servizio su base esclusivamente discrezionale, senza alcuna procedura di selezione”. L’efficienza del Parco negli ultimi anni per i consiglieri sta anche nel decentramento di funzioni con conseguente valorizzazione dei diversi profili professionali “al contrario dello schema organizzativo ereditato dalla precedente gestione, caratterizzato da una struttura verticistica che, nei fatti, investiva un solo dipendente della facoltà di riferire al precedente direttore di tutte le attività condotte dai diversi profili professionali” sottolineano.
Circa “l’allarmismo” sulla rimozione del rup che doveva occuparsi delle procedure concorsuali per l’individuazione della terna, dalla quale verrà fuori il direttore che sostituirà Di Nino, il Consiglio aggiunge: “Il Direttore, dunque, doveva solo verificare, per le istanze pervenute, i requisiti previsti dalla legge, ovvero l’iscrizione all’Albo dei Direttori di Parco, senza fare alcuna valutazione di merito sui candidati, cosa che, invece, è legittimata a fare il Consiglio Direttivo”.
Ed ancora la “soppressione dell’ufficio legale dell’ente” portata a termine perchè l’Ente è privo di un legale: “E ancora, forse vale la pena ricordare come, proprio in conseguenza di ciò, l’Ente abbia, negli anni precedenti, sborsato decine e decine di migliaia di euro per incarichi professionali esterni, per altro, ora, con la Direzione Di Nino, notevolmente ridotti grazie al ricorso all’Avvocatura dello Stato”. Secondo i consiglieri, quindi, non c’è alcuna “gestione alla completa deriva” anzi “pur in un periodo di transizione, vede un Consiglio Direttivo pienamente attivo nelle sue funzioni”. In tutto questo, per i prossimi tre mesi, a sostituire Di Nino come direttore facente funzione è stato individuato il biologo Luciano Di Martino.
S. P.

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