E’ nella zona di Capestrano e non nella Valle Peligna, come riportato da alcuni organi di stampa, il frantoio chiuso oggi dal Nas di Pescara nell’ambito di un controllo condotto su tutta la regione e che, nell’aquilano, ha riguardato in particolare l’ispezione in due opifici dove si effettua la molitura delle olive.
La verifica fatta dal Germe su tutti e sei i frantoi della zona (due a Prezza, due a Raiano, uno a Bugnara e uno a Vittorito) ha dato infatti esito negativo e a conferma arrivano le parole risentite dell’associazione Rustica e Gentile, che da anni si batte per valorizzare il prodotto peligno: “I frantoi della Valle Peligna sono tutti aperti e funzionanti – commenta il presidente Franco Volpe – tutti tecnologicamente avanzati e con grande esperienza. Diffondere notizie false come questa non può che nuocere all’immagine dell’intero comparto, lanciando un ingiustificato allarme sia nei produttori, sia nei consumatori. Ribadiamo che la Valle Peligna opera in perfetta regola e può vantare in questo settore eccellenti qualità in tutto il processo produttivo. Certo può succedere di trovare qualche carenza in alcuni casi, ma con l’ispezione del Nas il nostro territorio non c’entra niente”.
Le contestazioni che hanno portato alla chiusura del frantoio in questione e al sequestro di duemila litri di olio, d’altronde, sono pesanti: condizioni igieniche precarie, assenza della cisterna per lo stoccaggio dell’olio sfuso, non aggiornamento dei registri dell’olio e delle procedure di tracciabilità, mancanza della comunicazione all’autorità competente ai fini della registrazione. Quanto basta perchè la Asl disponesse la sospensione immediata dell’attività di confezionamento e lavorazione dell’olio di oliva e il divieto di commercializzazione e la distribuzione di duemila litri di olio di oliva e di venticinque quintali di grano completamente privi delle indicazioni relative alla loro tracciabilità.
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