Un ingegno da tutelare, l’università arriva in fabbrica

C’è un patrimonio spesso nascosto, un valore aggiunto, un bene immateriale che, le aziende, possono anche far valere in banca per l’accesso al credito: una metodologia di lavoro, un’utilità, come viene detta in gergo, o più organicamente un’invenzione vera e propria, di cui molte volte imprenditori e artigiani non sono consapevoli. L’ingegno italiano, quello che caratterizza anche e soprattutto piccole e medie imprese del Belpaese, è insomma una risorsa e un valore aggiunto che ora il ministero dello Sviluppo Economico, vuole ricercare, valorizzare, tutelare e aiutare. Lo sta facendo con un bando nazionale al quale hanno avuto accesso venti università italiane, tra cui, in Abruzzo, quella dell’Aquila che da ottobre scorso ha avviato la seconda fase del biennio di ricerca, passando dalla fase di ricerca vera e propria a quella della profilazione sul campo.

Ieri, così, lo staff guidato dal professor Luciano Fratocchi ha fatto tappa a Sulmona in quella che, ad oggi, è l’unica azienda del territorio ad aver aderito alla campagna e che, soprattutto, ha già dimostrato sul campo di avere cognizione dell’importanza della registrazione dei brevetti e della loro tutela. Si tratta della Fgm Scale, un realtà imprenditoriale piccola ma dalle grandi ambizioni e che è riuscita già a ritagliarsi un’importante fetta di mercato nel mondo, grazie alla vendita online, ma soprattutto alle sue invenzioni che ha avuto l’intuizione di registrare con tanto di marchio e brevetto. Due i punti di forza che hanno imposto i suoi prodotti sul mercato: una scala retrattile separata dal suo pannello-botola e soprattutto la sua evoluzione, ovvero la “Ghost”, una scala “fantasma” appunto che si può installare senza telaio e senza bucare i muri. Ventimila pezzi l’anno e decine di persone impiegate alla costruzione, realizzazione e vendita di un prodotto che è frutto “di notti insonni e continue prove” racconta l’amministratore Fabrizio Di Gregorio.

“Il caso della Fgm Scale di Sulmona – spiega il professor Fratocchi – è un caso avanzato, ovvero un’azienda che ha già investito nella registrazione del brevetto. Ma ci sono molti altri casi, specie in Abruzzo e specie nelle piccole e medie aziende, dove l’innovazione tecnologica, i metodi di lavoro sperimentati sul campo o anche delle vere e proprie invenzioni, non sono tutelati e la cui portata imprenditoriale non è ben percepita. Per questo il progetto ProMiSE offre un servizio completamente gratuito alle imprese abruzzesi affinchè sia fatta una diagnosi, identificazione, protezione e valorizzazione della proprietà intellettuale e per fornire suggerimenti per poterla valorizzare”.

La procedura è semplice e gratuita: le imprese fanno richiesta all’ufficio trasferimento tecnologico dell’università (trapar@strutture.univaq.it) e lo staff dell’Univaq farà visita all’azienda per profilarla e per spiegare l’importanza e le potenzialità dei titoli di proprietà industriale. Quindi verrà redatto un report nel quale saranno indicati alcuni possibili suggerimenti in grado di innalzare il livello competitivo dell’azienda.

“Visitiamo tre aziende al mese – continua il professore – e il progetto durerà ancora due anni. In Valle Peligna la Fgm Scale è la prima, ma speriamo di poter avere altre richieste perchè i campi di interesse e intervento sono numerosi e spesso un imprenditore ha tra le mani una conoscenza e un know how di cui non è consapevole”.

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