Se le nomine si reggono sui rapporti di fiducia, c’è da dire che quella tra l’amministratore unico di Cogesa, Vincenzo Margiotta, e i suoi datori di lavoro, ovvero i sindaci soci della società partecipata, è venuta meno. Oggi, infatti, il presidente della società pubblica ha annunciato di aver presentato un esposto alla procura della Repubblica di Sulmona per “difendere Cogesa, le persone addette all’ufficio del Controllo Analogo ed i Sindaci Soci”.
Sotto accusa c’è la lettera-diffida con cui sei rappresentanti dei Comuni del territorio (Antony Leone per Pratola, Marco Moca per Raiano, Gianni Gabriele per Anversa, Mario Ciampaglione per Cansano, Guido Angelilli per Pacentro e Stefano Di Mascio per Campo di Giove) hanno chiesto l’altro giorno la sospensione dei bandi di concorso per l’assunzione di trentadue persone, per otto posizioni professionali, contrariamente al parere espresso dalla dirigente del Bilancio del Comune di Sulmona, Filomena Sorrentino. In particolare Margiotta si è sentito diffamato ovvero ha reputato che l’immagine della società sia stata lesa nel passaggio che evidenzia come il verbale della riunione del controllo analogo del 18 settembre scorso sia in qualche modo “falso”, ovvero come “quanto verbalizzato non corrisponde assolutamente a quanto realmente accaduto”. Passaggio che era stato evidenziato anche nell’altra lettera, inviata il 30 ottobre scorso, e nella quale si chiedeva conto di quel verbale che, di fatto, autorizzava la pubblicazione dei bandi. Margiotta sostiene che quel verbale era veritiero, tant’è che quella sera uscì anche un comunicato stampa nel quale si annunciava l’infornata dei trentadue. L’accusa di falso, insomma, “rappresenta un’accusa gravissima nei confronti di chi partecipava alla riunione e di chi tale atto ha redatto e sottoscritto”, anche se, per stare ai tecnicismi giuridici, Margiotta non è né il responsabile del comitato del controllo analogo (che è Stefano Mariani), né l’addetta verbalizzante (dipendente del Cogesa) che avrebbe redatto il documento “falso”.
Ma la questione è squisitamente politica, più che tecnica e giuridica, e affonda le sue motivazioni in una gestione della società partecipata che molti soci non hanno mai condiviso, a partire dalla nomina “muscolare” fatta per la scelta del presidente.
“Non temo assolutamente la guerriglia politica da mesi in corso e, contrariamente a quanto si pensi, non intendo minimamente stare zitto e/o arretrare, anzi voglio dimostrare che ho argomenti più utili – scrive Margiotta -: nei prossimi giorni daremo atto degli straordinari risultati di gestione di Cogesa che in meno di 18 mesi di mia gestione sarà in grado di restituire ai Comuni Soci ed ai Cittadini, salvo decisione contraria dei Soci, per la prima volta nella propria storia una parte delle somme pagate per la gestione dei rifiuti, risparmi ottenuti per la maggior parte da taglio dei costi e riduzione delle spese, nonché di garantire un futuro lavorativo a tanti”.
In attesa degli “straordinari risultati” oggi scade l’ultima rata della Tari e, contrariamente a quanto promesso e affermato dall’assessore Mariani, secondo il quale i benefici della gestione si sarebbero visti nel 2018, la quota di saldo della tassa, almeno a Sulmona, è solo aumentata.
Beh se sommiamo gli aumenti della Tari, il compenso per lo smaltimento dei rifiuti di “Roma Capitale”, il compenso per lo smaltimento dei rifiuti da Pescara, sicuramente si riuscirà a dimostrare di aver maturato degli utili. Resta da capire a che costo per la Valle. Ma forse basterà mettere qualche metro quadrato di nuove onduline, due alberelli e perché no anche una manciata di posti di lavoro (per un futuro all’insegna dell’imprenditoria partecipata).