E’ un po’ come la leggenda metropolitana dei coccodrilli cresciuti nelle fogne di New York, solo che questa non è New York, non è una leggenda e fortunatamente non si tratta di coccodrilli. Però un corpo estraneo è davvero sbucato dal water di casa mentre un residente di via Carso stava comodamente seduto a contemplare il ciclo metabolico umano: una radice di un albero si è fatta strada tra le fogne della zona di Sulmona fino a “fiorire” in casa del malcapitato.
Lo ha confermato anche la Saca dopo una verifica sul posto e lo ha stigmatizzato persino il prefetto che ha scritto al Comune di Sulmona invitandolo a dare risposte e possibilmente soluzioni alle lamentele dei residenti, già inutilmente segnalate per mesi.
Nell’ennesimo esposto firmato da diversi cittadini, e rimasto inascoltato, i residenti fanno presente come dodici alberi in via Carso, del tutto privi di manutenzione, abbiano trasformato la strada in una giungla: i lampioni oscurati, le caditoie otturate, l’immondizia prodotta che richiama animali e aggrava l’igiene pubblica, fino alle radici che incontrollate minano la stabilità delle fondamenta delle abitazioni e vi entrano dentro risalendo per le fogne e arrivando fino in bagno.
“Da parte dell’amministrazione nulla è stato fatto, per cui si invita vivamente la signoria vostra – scrivono i residenti al dirigente del Quarto settore Amedeo D’Eramo – a riflettere bene, in prima istanza sulla responsabilità che investe la sua persona per la funzione che ricopre e poi ad intraprendere una volta per tutte azioni idonee atte a risolvere gli innumerevoli problemi che le dodici piante in questione producono, in considerazione, soprattutto, di tutte le spese, alquanto pesanti, che bisogna affrontare periodicamente per far fronte alle varie problematiche”.
Insomma fare manutenzione, potare, se necessario abbattere gli alberi, prima che venga presentato il conto del risarcimento danni e che in bagno, a contemplare il ciclo metabolico umano, non si possa più andare.
Questa è la fotografia di Sulmona. Una città nel degrado più assoluto.