Lega: “Gerosolimo è un nemico”. E con Federico si fa a tre carte

Li definiscono “ignobili attacchi” e “notizie fuorvianti”, perchè, scrive il coordinamento cittadino della Lega, “non c’è nessun divorzio all’interno della Lega, né presunti canali di dialogo attivi con il ‘civico’ Andrea Gerosolimo”. Che anzi, Gerosolimo, “è e rimane un NEMICO (politico) della Lega. Il nostro parlamentare Luigi D’Eramo in più occasioni pubblicamente ha dichiarato che dove ci sarà Gerosolimo non ci sarà la Lega e, pertanto, le ipotesi fatte sono tutte illazioni gratuite che nascondono ben altri scopi: voci e soffiate fatte alla stampa da personaggi di secondo piano”.

La notizia contestata è quella del siluramento di Fabio Federico come candidato alle regionali del partito di Salvini: “Federico ha dato ancora disponibilità, con spirito di servizio, ad una sua eventuale candidatura alle regionali così come qualche altro iscritto alla Lega – si legge nella nota -. Gli altri nomi ipotizzati sono frutto di un lavoro di inclusione e di allargamento della base, ma occorre ricordare che tutte le decisioni in merito, verranno prese dai vertici Provinciali e Regionali”. Di certo, senza timore di smentita, c’è però che nel tavolo politico di giovedì scorso il nome dell’ex sindaco di Sulmona era sparito dalla rosa dei papabili, come certo è che l’ex sindaco di Sulmona abbia fatto il giorno dopo da cicerone al senatore di Fratelli d’Italia Marco Marsilio nella sua visita al carcere di via Lamaccio. Di un riavvicinamento di Federico ai seguaci della Meloni, d’altronde, parlano anche gli esponenti dello stesso partito.

Insomma c’è qualcosa che non quadra in questo gioco delle tre carte, che ha tutta l’aria di essere un gioco a consumo dei leghisti stessi. Lo scranno, in fondo, è di quelli appetibili, uno dei pochi che stando ai sondaggi può aspirare alla elezione. La difesa del coordinatore territoriale Fabio Federico “è ferma” dice il coordinamento, che non manca di elencare i “grandi” risultati ottenuti “dall’ultimo sindaco in questa disastrata Città governata dal nulla dopo la fine della sua consiliatura”.

Ovvero: “I 64 alloggi del Contratto di quartiere” che però vennero finanziati sotto la sindacatura di Pietro Centofanti e che dopo quella di Federico dovettero essere ripresi e riscritti (con il rischio di perdere il finanziamento) dalla giunta Ranalli; “il nuovo ospedale” la cui procedura però venne avviata dal commissario prefettizio; “la messa in sicurezza del Teatro Caniglia” che però solo grazie ad un accordo fatto con i vigili del fuoco dall’assessore Stefano Goti riuscirono a ripartire; “i lavori del liceo Vico” che però è di proprietà della Provincia; “il progetto del nuovo plesso scolastico di via XXV aprile” che è ancora solo sulla carta e “tutti i progetti definitivi dell’intero patrimonio scolastico” che così definitivi probabilmente non erano visto che a distanza di sei anni non ancora parte un solo cantiere.

L’autunno sarà caldo in casa della Lega e di tutto il centrodestra: i sondaggi volano e la temperatura si alza.

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