Fornelli caldi: bloccata anche la mensa alternativa

La questione mensa i genitori se la erano risolta in autonomia, almeno quelli con i propri figli iscritti alla Lombardo-Radice dove, a seguito di un consiglio di istituto alcune classi, in totale una cinquantina di alunni, si erano fatti autorizzare una “sperimentazione”, ovvero la possibilità di acquistare i pasti dal vecchio gestore, la Coselp di Pratola Peligna, per poi distribuirli personalmente in classe. Una sorta di “appalto diretto”, dove a pagare erano comunque i genitori e fino a quando gli ambienti scolastici sarebbero stati organizzati in modo da far ripartire il servizio la cui gara è stata vinta dalla Vivenda.

La soluzione provvisoria della Coselp, però, sembra non essere andata a genio a qualcuno perchè questa mattina, nell’ambito della protesta dei lavoratori convocata dai sindacati il particolare del pasto alternativo è stato segnalato alla prima cittadina. Non avendo proprio voce in capitolo a riguardo, la Casini ha demandato il tutto a chi di competenza salvo verificare la veridicità della segnalazione. A chi ha sollevato polemiche su questa soluzione, però, i genitori hanno risposto a tono mettendo davanti la salute dei propri figli: andare avanti a panini tutti i giorni non se ne può più.

Ma la preoccupazione di aprire un incidente diplomatico, se non anche una violazione delle regole, alla fine ha prevalso e questo pomeriggio è arrivato il contrordine dalla scuola: nessuna sperimentazione, nessun gestore vecchio e nuovo, si continua ad andare avanti a panini e, nei casi migliori, a pasti preparati in casa.

Anche se nei fatti la loro scelta sarebbe rientrata da quanto stabilito dalla circolare numero 15 del comprensivo Ovidio, un vademecum con modi e cibi per i quali è permessa l’introduzione in classe in orari stabiliti. E se la prima stesura prevedeva di portare i pasti solo all’orario di ingresso del mattino, una conseguente modifica ha stabilito la possibilità di farlo pervenire ai piccoli anche all’ora di pranzo. Dunque i genitori avrebbero fatto tutto da loro: acquistando e consegnando il cibo.

Che poi è quello che già molti fanno, appoggiandosi però a bar e pizzeria che si trovano nei pressi delle scuole, la cui attività principale è diventata da un mese e mezzo quella della preparazione dei pasti per gli studenti. Con la Coselp, la differenza sarebbe stata che i pasti sarebbero stati consegnati in una vaschetta termosigillata al costo di soli 3,50 euro, un prezzo ridotto perchè il servizio si sarebbe fermato alla preparazione, niente spese di distribuzione né di pulizia che farebbero salire il costo totale a carico del pubblico in un pasto scolastico ufficiale.

C’è chi non rinunecrà alla “comodità”, e andrà, con o senza autorizzazione, a prendersi i pasti già preparati. Anche perchè la vicenda delle mense sta diventando paradossale. Anzi già lo è. A partire da quello strano principio secondo il quale l’appalto dovrebbe partire tutto insieme, con il paradosso, appunto, che chi ha spazi e autorizzazioni già pronti, non riesce a far partire il servizio.

 

 

 

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