La crisi che colpisce le piccole e medie imprese della Regione Abruzzo non vede la fine che per la prima volta dopo anni e anni finisce sotto quota 30mila. A darne notizie è l’economista sulmonese Aldo Ronci, in un report sullo stato dell’impresa nel terzo trimestre realizzato per Cna. Le aziende artigiane hanno segnato una flessione di 99 unità, peggior risultato degli ultimi quattro anni. La decrescita percentuale delle imprese artigiane è stato pari allo 0,33% valore quadruplo rispetto a quello medio italiano che si è attestato allo 0,08% e che pone la regione all’ultimo posto nella graduatoria nazionale.
Nelle province, stando ai dati elaborati pubblicati da Movimprese, le variazioni sono state piuttosto disomogenee: Pescara (-33) riporta il decremento più consistente, seguita da Teramo (-28), Chieti (-21) e L’Aquila (-17). Volendo invece esaminare il fenomeno su un arco di tempo più lungo – ovvero i primi nove mesi – la flessione è stata di 432 unità: dato che, se da una parte migliora seppur di poco il dato rispetto agli ultimi quattro anni, conferma invece un andamento assai peggiore della media nazionale: 1,40%, valore doppio rispetto allo 0,72% italiano. Tra i settori, il calo più consistente di aziende artigiane – seguendo ormai una tradizione consolidata – si registra nelle costruzioni (-51), meno nella ristorazione (-14), nelle attività manifatturiere (-13), nei servizi alle imprese (-10) e nel trasporto (-8). Mentre rimangono stabili servizi alle persone (+1) e riparazioni di auto e prodotti per la casa (+1).
Consolidata, pure, resta la notevole differenza tra l’andamento negativo dell’artigianato e quello positivo del totale delle imprese: tra gennaio e settembre, infatti, ha registrato un incremento di 754 unità, miglior risultato degli ultimi quattro anni, con un aumento dello 0,51% più alto della media nazionale (0,46%). Sul piano territoriale, peraltro, si rovesciano quasi specularmente i dati relativi al mondo della micro impresa: Pescara, infatti, guida la graduatoria relativamente agli incrementi delle imprese considerate nel loro insieme (+127), seguita da Chieti (+98), L’Aquila (+67) e Teramo (+59).
“E’ certamente apprezzabile lo sviluppo del sistema delle imprese in generale – scrive Ronci – ma resta evidente questa difficoltà che ormai perdura da anni nel campo dell’artigianato. Un problema segnalato più volte e con drammaticità alle istituzioni regionali, che in materia hanno competenza esclusiva, senza tuttavia trovare risposte soddisfacenti. Un motivo che ci porta a richiedere, ancora una volta, alla Giunta regionale, arrivata ormai a termine della legislatura, di investire risorse consistenti in bilancio per finanziare la legge regionale vigente e attuare politiche di rilancio del settore”.
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