Arrivano a valanga le reazioni per la decisione del ministero della Salute di chiudere il punto nascita di Sulmona. Reazioni ed espressioni di contrarietà cono quelle che arrivano dalla Spi-Cgil: “Ancora una volta il nostro territorio subisce un’ennesima spoliazione di servizi essenziali, quest’ultima di estrema gravità perché vieta alle donne il diritto a partorire nel proprio territorio, costringendole a rivolgersi a strutture lontane dai luoghi di residenza, aumentando così i rischi per le stesse e i nascituri a causa della carenza dei Servizi Strutturali di Trasporto Materno (STAM)”. Il sindacato dei pensionati aggiunge: “E’ noto e comprovato dai fatti che l’attrattività di un territorio dipende dalla quantità e qualità dei servizi presenti, in mancanza dei quali c’è l’emigrazione verso altri lidi, c’è lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione” e, nell’incitare alla mobilitazione, chiede: “Quali sono le ragioni ostative, a prescindere dai numeri, che impediscono di dotare il nostro Punto Nascite, di locali, attrezzature, personale a sufficienza e qualificato, mezzi di trasporto specializzati per gravi esigenze, così da garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri?”.
Per la Uil-Fpl, Marcello Ferretti e Mauro Gabrielli, c’è amarezza, sconcerto e confusione. Ricordano la battaglia i due sindacalisti, dal decreto di D’Alfonso fino al “sollevamento popolare a catena da parte sia delle forze politiche che dei comitati civici che culminò con l’occupazione del Consiglio Comunale”. “L’amara verità fu che, nonostante la giusta rivendicazione da parte di un territorio a mantenere i suoi presidi essenziali- proseguono- a salvaguardia della salute dei propri cittadini, la politica non ebbe il coraggio di decidere e demandò tutto ai tecnici”. Poi ci fu il giudizio Agenas che imponeva l’attivazione del servizio Stam e Sten prima della chiusura, decisione che congelò la chiusura, fino a ieri. “Oggi i quadri e dirigenti sindacali della Uil Fpl- annunciano- si riuniranno in Assemblea per discutere delle iniziative da mettere in atto dopo il parere del CPNn (Comitato Percorso Nascite nazionale) del ministero”.
Francesco Piacente, segretario provinciale Pd, esprime sgomento: “Una decisione che getta un discredito impareggiabile sul Movimento Cinque Stelle che per anni ha alimentato proteste e manifestazioni per poi cancellare definitivamente il punto nascita per mano di un suo autorevole Ministro. Tutti ricordano i toni truculenti con i quali gli esponenti grillini, a tutti i livelli, attaccavano il Governo e il Partito democratico negli anni scorsi, gridando allo scandalo: che fine hanno fatto gli agitatori di popolo grillini? Dove sono i Parlamentari e i Consiglieri regionali 5Stelle? Dov’è la Senatrice Di Girolamo? La verità è che la vicenda del punto nascita di Sulmona è solo una delle tante contraddizioni che si stanno manifestando in tutta la loro assurdità, di fronte ad un’azione del Governo nazionale incoerente e sconclusionata”. Piacente coglie l’occasione anche per sollevare al questione autostrada: “Lo sanno bene gli operai dei cantieri autostradali che da mesi sono senza lavoro per le scelte scellerate del Ministero di Toninelli che, prima ha tentato lo scippo dei fondi Masterplan rimediando una figuraccia di livello nazionale, e ora si ostina a non sbloccare i fondi per la riapertura dei cantieri. Ma lo sanno molto bene anche gli operatori del diritto che, leggendo il contratto di governo giallo-verde erano stati illusi di vedere salvi i tribunali minori, prima di sentire, per bocca del ministro Bonafede, che sul contratto si è scherzato e, in realtà, non sarà salvato alcun ufficio giudiziario. Così come l’incredibile superficialità con cui la maggioranza parlamentare sta affrontando il tema della ricostruzione post-terremoto, esautorando di un ruolo fondamentale i Presidenti delle regioni interessate, nel silenzio generale dei parlamentari di Lega e 5stelle esponenti del territorio. Sono solo alcuni dei tanti esempi che dimostrano l’inconcludenza di un Governo nazionale nemico dell’Abruzzo e che amplificano la gravità della pessima decisione sul punto nascita di Sulmona”.
Il senatore Fabrizio Di Stefano: “Trovo inconsistenti i motivi addotti dalla apposita commissione ministeriale nel
parere unanime per la chiusura di Sulmona, poiché nega la specificità geografica, sociale e sanitaria non solo di Sulmona ma dell’intero comprensorio”. Riaprire la vertenza, questo propone il senatore, a livello regionale e nazionale. “Anche se purtroppo in questa vicenda tutti noi abruzzesi – conclude Di Stefano – paghiamo due dati negativi innegabili: l’assenza ormai da mesi di un governo regionale non solo autorevole e credibile, ma almeno legittimamente in carica con piene funzioni e dall’altro l’inconsistenza di coloro che oggi guidano il Ministero della Sanità e che se prima urlavono in piazza con la facilità degli oppositori, oggi che sono al governo non sanno e non possono trovare risposte serie e adeguate ai bisogni reali dell’Abruzzo”.
Arrivano a valanga le reazione, ma dalla senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo, peligna e in prima fila per la battaglia in difesa del punto nascita, ancora niente. Un silenzio assordante.
S. P.
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