L’ufficio per i procedimenti disciplinari (Upd) si è riunito ieri mattina, anche se per avviare l’iter disciplinare nei confronti dei cosiddetti furbetti del cartellino, il caso che ormai due anni fa esplose tra le mani dell’amministrazione Casini, bisognerà attendere verosimilmente almeno il rinvio a giudizio da parte del tribunale di Sulmona. Anche perché, formalmente, sembra che a palazzo San Francesco non sia arrivata ancora una comunicazione ufficiale da piazza Capograssi: l’udienza preliminare d’altronde non è stata ancora fissata e, stando ai ruoli dei giudici, se ne parlerà probabilmente non prima della prossima primavera.
A palazzo San Francesco, però, c’è fretta di dare qualche risposta o almeno qualche segno di vita: tant’è che la riunione di ieri è stata convocata a seguito della lettera con cui il sindaco Annamaria Casini ha chiesto all’Upd a che punto è l’inchiesta amministrativa del caso furbetti. Anche se poi, da più parti, si fa insistente la voce che, ormai, i termini sarebbero prescritti. E che insomma a rispondere dello scandalo furbetti saranno, se pure, i nove per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio dalla procura penale e i diciotto finiti sotto processo alla Corte dei Conti, per i quali si attende ancora la sentenza dal giugno scorso.
Chi ha partecipato alla riunione di maggioranza dell’altra sera, d’altronde, racconta di un sindaco molto nervoso sull’argomento, ripescato sul finire della riunione a seguito dell’ennesimo scivolone amministrativo sulle mense che ha portato la maggioranza a dover presentare un emendamento alla variazione di bilancio (che sarà discussa oggi in consiglio). Perché poi furbetti o non furbetti, il vero problema è che la macchina amministrativa è allo sbando, non comunica al suo interno, è divisa in fazioni che stanno lacerando la città prima che il Comune. Di riorganizzazione ormai non se parla più dopo le dimissioni dell’assessore Cristian La Civita, la promessa dell’assessore Nicola Angelucci di costituire entro metà ottobre almeno un ufficio per l’edilizia scolastica resta inevasa e la delega al personale, assorbita dal sindaco, è diventata praticamente cartastraccia.
Alla Casini, d’altronde, il siluramento della sua fedele mediatrice, quella Sylvia Kranz chiamata dalla Bassa Romagna per 5mila e rotti euro più rimborsi, non è andato proprio giù: “Mi avete delegittimato politicamente” è esplosa nei confronti della sua coalizione. Come dire: mo’ che volete da me.
“Santa Sylvia romagnola”, d’altronde, se ne è andata da Sulmona senza lasciare traccia di provvedimenti disciplinari, a dire il vero senza lasciare proprio traccia. E il caso dei furbetti è rimasto sospeso, come l’attività amministrativa e politica di questa sindacatura. Anch’essa, in fondo, se non assenteista, di certo assente.
Alla fine il tutto si concluderà con un nulla di fatto.