Dalla parte del sindaco. Così la maggioranza a Palazzo San Francesco si pone di fronte alle recenti dichiarazioni della senatrice M5S Gabriella Di Girolamo che, sintetizzando il tutto, ha consigliato alla prima cittadina di criticare meno e lavoraremo di più sui problemi della città. A supportare Annamaria Casini arrivano Sulmona al Centro, Movimento Dem, Avanti Sulmona e Adesso Sulmona.
“L’argomento- scrivono- è uno di quelli scottanti, e sembra anche essere un tasto dolente per la senatrice Di Girolamo tanto da spingerla a criticare, andando anche oltre, il primo cittadino. Parliamo delle risorse da utilizzare per la messa in sicurezza dei viadotti della A24 e A25 e della situazione del tribunale di Sulmona”. Argomento, tra l’altro, dell’incontro avvenuto ieri in Comune tra i sindaci (solo 17 in verità) del territorio.
“Ci si aspetterebbe da un senatore della Repubblica Italiana un certo stile oltre che una puntualità nelle risposte che vengono date alle domande- prosegue la nota della maggioranza-. Entrando nello specifico notiamo come la senatrice sostenga, come già fatto dal ministro Toninelli, che l’utilizzo dei fondi del Masterplan per la messa in sicurezza dei viadotti fosse avallato da una delibera regionale che però si limitava ad anticipare alcune somme del Fondo di Sviluppo e Coesione che andavano entro l’esercizio di bilancio 2018. Di fatto, dalla lettura del Decreto Genova, c’è il rischio che alcune procedure relative a progetti di sviluppo per la nostra Regione vengano sospese in attesa del reintegro dei fondi di cui non viene data alcuna rassicurazione sulle modalità e sui tempi”. Si chiede chiarezza, insomma. “Fermo restando che la sicurezza delle autostrade è di estrema importanza verrebbe da dire che invece di cercare fondi altrove si siano impegnati a trovare una giustificazione allo scippo perpetrato ai danni dello sviluppo economico-culturale dell’Abruzzo”.
Il tribunale. Uno dei tanti tasti dolenti del territorio: “Ci sorprende vedere come adesso un parlamentare del governo del cambiamento veda di buon occhio le proroghe ricevute dal tribunale di Sulmona, ritenendole un buon punto di partenza a fronte della doccia gelata derivante dalle parole del ministro Bonafede”. Non basta, quindi, la promessa di “fare del mio meglio” della senatrice, ma, sollecitano gli scriventi, “Ci limitiamo quindi a ricordare alla Di Girolamo che è una senatrice e che non è sufficiente presenziare a incontri su tematiche locali per risolverle ma bisogna attivarsi su vari livelli e con vari canali per aiutare il territorio e le amministrazioni”.
S. P.
Il problema è che questi debbono ottenere il diritto di parola, insomma debbono stare attenti a parlare.
Ieri Marcozzi e Di Girolamo, da Roma su Fb, si sono chiaramente contraddetto. Ma loro lo sanno?
Il mio consiglio è che su questa vicenda, in raccordo con Lolli si vada ad interloquire direttamente a Roma. Saltando ogni intermediazione rischiosa.
Ma che cercate dalla Di Girolamo? Ha vinto alla lotteria elettorale un posto da parlamentare e, con questo, uno stipendione che le cambierà la vita. Non ha né cultura nè esperienza politica.
Mi sembra che l’esperienza politica, che ci ha guidati fino ad oggi. Sia la causa di tutti i nostri mali.
signor Rosmini. se la cultura che lei decanta significa saper parlare bene e metterla in quel posto a tutti gli altri approfittando della poltrona per fare i propri interessi e dei leccapiedi di turno allora meglio esser ignoranti. L’esperienza, con l’impegno si ottiene e la cultura politica si fa facendo politica. Personalmente ho un dottorato di ricerca ma non mi sognerei mai di offendere gratuitamente chi è stato eletto dai cittadini, perlopiù se è una persona onesta. Sulmona è diventata la fogna d’Abruzzo grazie a chi ha governato in questi anni e grazie a chi, come lei, continua a votare per i propri interessi personali e offende chi invece sta onestamente cercando di fare il meglio. non so se lei è un cafone di natura o un invidioso.
La cultura generale e politica e l’ oratoria permettono di farsi ascoltare e di convincere. Danno a una persona di provincia del tutto sconosciuta a livello nazionale l’ autorevolezza per convincere in Parlamento e nelle sedi di partito. Una volta, in Atene e a Roma, l’arte oratoria si insegnava. I sofisti ne erano maestri. La politica è, nella comunicazione, “sofistica”.
Trovarsi al momento giusto nel posto giusto con la legge elettorale giusta .