Sono passati due anni e mezzo appena e chi se le scorda quelle raffiche di comunicati, di foto e video, con quella che sarebbe stata la futura sindaca a consumare colazioni e aperitivi in ogni bar della città, manco fossero i sepolcri del giovedì santo. World café si chiamavano: il cappuccino del barista decorato per l’occasione, la condivisione e la partecipazione come cavallo di battaglia, i tavoli tematici, le chiacchiere. Tante chiacchiere. Poi all’improvviso ti svegli la mattina e sulla bacheca di una piazzetta storica, circondato da una rete da cantiere e con i primi colpi di piccone già sferrati, trovi un rendering di un progetto, quello di piazza del Carmine, che stravolge un luogo storico. Senza che nessuno ne sappia niente. Niente i vecchietti che lì ci passano giornate e nottate, niente la cittadinanza e niente persino i consiglieri comunali o la commissione preposta dove, il nuovo progetto, che il gergo di quelli bravi chiama restyling, è mai passato. Il problema del rifacimento di piazza del Carmine, in realtà, non sono tanto i due pini condannati all’abbattimento (finti malati) e per i quali si è mobilitata la cittadinanza, né la panchina in travertino che bella proprio non è e neanche l’ombra che scompare o lo “zampillo” che viene spostato. Il problema è che questo intervento è figlio della rotta a vista con cui questa amministrazione continua a navigare. Cambiare i connotati ad uno spazio pubblico, infatti, implicherebbe innanzitutto coinvolgere chi quello spazio lo vive, capire i suoi bisogni, studiare le possibili soluzioni. Dare in altre parole seguito a quelle passerelle nei bar che hanno animato la campagna elettorale e solo quella. E poi, soprattutto, implicherebbe, dovrebbe implicare, uno sforzo di qualità: un concorso di idee, ad esempio, come quello che tredici anni fa coinvolse anche questo spazio nella rimodulazione dei sagrati cittadini, quando per il “belvedere” del Carmine si pensò ad una scalinata che collegava le quote tra il corso e la piazza. E invece, non solo la qualità e la condivisione sono diventati alieni nell’amministrazione della cosa pubblica, ma non si riesce più a capire quale sia l’obiettivo delle singole azioni. Tanto più che questo progetto nasce in alternativa a quello che prevedeva la pedonalizzazione di parte del centro storico: al posto di un obiettivo è arrivato così un restyling. Dicono quelli bravi.
VIA I BARBARI DAL MUNICIPIO!
IN CAMPGNA ELETTORALE NON CI HANNO DETTO CHE AVREBBERO STRAVISATO PIAZZA CARMINE.
NOI NON LI ABBIAMO AUTORIZZATI E LA CITTA’ E’ DEI CITTADINI
Il crimine è stato consumato. Aspettiamo qualche decennio per riavere gli alberi. Intanto sulle panchine si può prendere il sole, ma in costume da bagno.
I vecchietti sono avvertiti. : portate l’ombrellone!
I creativi al governo della città, hanno deciso: via gli alberi!
I vecchietti per riaverli devono attendere qualche decina di anni.
La vita media si è allungata: possono attendere.
Erano pericolosi quegli alberi? No.
Allora perché li hanno abbattuti? Mistero della piccola politica di una piccola città
Il NO da dove viene? Relazione tecnica di professionista abilitato o da semplice cittadino?
il no viene da chi ha le scatole piene di questi incapaci.
visto che pago le tasse voglio sapere il nome del cosiddetto agronomo e il nome del progettista di questa cosiddetta riqualificazione
Faccia una richiesta di accesso agli atti.
UN’ AMMINISTRAZIONE DI INCAPACI E INCOMPETENTI HA DECISO L’ABBATIMENTO DEGLI ALBERI. PERCHE?
NON ERANO PERCOLOSI, DAVANO OMBRA E ABBELLIVANO QUELL’ANGOLO DELLA CITTA’. C’E’ STATA UNA DELIBERA DEL COMUNE? E’ STATO CONSULTATO UNO STRACCIO DI BOTANICO?
SIAMO GOVERNATI DA ALIENI, INCAPACI DI SENTIRE E INTERPRETARE GLI UMORI E I SENTIMENTI DEI SULMONESI.