Dati sconfortanti per l’occupazione abruzzese

La situazione dell’occupazione abruzzese nel I trimestre del 2017 risulta particolarmente critica, è quanto emerge nell’Analisi congiunturale del mercato del lavoro in Abruzzo di Aldo Ronci.
L’economista sulmonese, attraverso i dati Istat pubblicati nell’aprile 2017, rileva che nel IV trimestre 2016 gli occupati erano 482.000 mentre nel I trimestre 2017 sono 464.000 registrando una diminuzione di 18.000 unità (-3.4%). Si perdono 5.000 posti di lavoro nel settore dell’agricoltura, 5.000 nell’industria, 10.000 nelle costruzioni, 9.000 nel commercio e nelle attività ricettive, aumentano invece di 11.000 unità gli occupati nei servizi. Un trend alquanto preoccupante che risulta il peggiore degli ultimi dieci anni e pone l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale. Il dato occupazionale regionale si ferma dunque al 53,9% ben al di sotto del 57,2% nazionale.

Si registra anche l’aumento di 1.000 unità fra i disoccupati (74.000 contro i 73.000 del trimestre precedente) e di 12.000 fra gli inattivi (316.000 contro i 304.000 del IV trimestre 2016). Il tasso di disoccupazione regionale (13.7%), resta purtroppo superiore a quello nazionale (12.1%).
Questi dati , continua il professore nel suo commento, si inseriscono in un quadro assolutamente negativo dell’economia abruzzese: le esportazioni crescono di 24 milioni (1,2%) contro una media nazionale che vede l’aumento dell’export del 9.9%, il medesimo trimestre dell’anno precedente, l’aumento regionale delle esportazioni era stato di 264 milioni; diminuisce il numero di imprese sul territorio regionale di 972 unità (-0,66%) contro il -0.26% a livello nazionale.
In generale il sistema produttivo locale resta molto fragile, la Regione dal canto suo ha fondato la ripresa economica su i poli di innovazione e le reti di imprese, ma per Ronci la ripresa sarebbe garantita innanzitutto se si riuscisse a migliorare la competitività delle imprese, soprattutto di quelle piccole.

Savino Monterisi

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