La scuola nel pallone, il Comune pensa a tensostrutture per supplire le palestre

La scuola nel pallone: in senso figurato e, potrebbe essere, anche reale. Per superare l’impasse dell’assenza di palestre nelle scuole di Sulmona, chiuse dopo la circolare del Comune per l’assenza di relazioni di agibilità e idoneità, infatti, a palazzo San Francesco si sta pensando di affittare quattro palloni, ovvero tensostrutture, che suppliscano da novembre a giugno alla mancanza di spazi.
L’idea è partita in verità da alcuni genitori della Lombardo-Radice, la scuola trasferita da via Togliatti nel capannone dell’ex Croce Rossa, disposti ad autotassarsi pur di far tornare i propri figli a fare educazione fisica, tanto più che in questa scuola l’ora di ginnastica, come si chiamava una volta, non si fa già da un anno.
Un’ipotesi che non è dispiaciuta all’assessore Nicola Angelucci che, anzi, sta vagliando questa soluzione anche per gli altri istituti scolastici cittadini rimasti da un paio di settimane anche loro senza palestre dopo la circolare emessa dalla dirigente del primo settore, Francesca De Camillis, che ha imposto per l’affidamento a terzi degli edifici comunali (e di conseguenza anche agli studenti) una relazione di agibilità.
Sul tavolo del Comune c’è già un preventivo: 13mila euro a tensostruttura per i sette mesi che mancano alla campanella di fine anno. Una spesa di poco più di 50mila euro, insomma, che farebbe tornare a sudare i ragazzi anziché i genitori.
“E’ una delle ipotesi che stiamo vagliando – spiega Angelucci – e che valuteremo nelle prossime ore. Prima dobbiamo infatti capire quali potrebbero essere i tempi per mettere le carte in regola alle palestre esistenti”.
Strada, questa, che però non sembra così semplice da percorrere, non per tutte le strutture sottoposte a verifica: per alcune, infatti, le carte non sono facili da trovare e nuove indagini potrebbero richiedere tempo e denaro, senza contare che l’esito delle verifiche stesse non è detto che sia positivo.
La strada dell’autorizzazione firmata direttamente dal sindaco tramite un’ordinanza, d’altronde, non sembra essere percorribile giuridicamente, anche se in realtà questa strana pratica dell’ordinanza-autorizzativa (per cui il sindaco si sostituisce a mansioni e responsabilità che sono dei dirigenti e che non le competono), è stata già utilizzata per lo stadio Pallozzi, la palestra Serafini e la pista d’atletica dell’Incoronata.
Una cosa è certa: i genitori (supportati dai medici) tra mense e palestre chiuse sono esasperati e se non arriveranno risposte rapide hanno annunciato forme eclatanti di protesta e denunce alla procura e al provveditorato. Il diritto allo studio, che sia in grembiule o tuta da ginnastica, in fondo è stato violato.

1 Commento su "La scuola nel pallone, il Comune pensa a tensostrutture per supplire le palestre"

  1. Tutti falliti che non comune allo sbaraglio nn sanno governare una città .a Sulmona nn c’è più nulla e una vergogna resterà un paese di solo anziani.

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