Etelwardo Sigismondi, Giandonato Morra, o forse Guerino Testa o Pierluigi Biondi: il toto nomi è partito ieri sera in Abruzzo per il candidato presidente del centrodestra che, a quanto sembra, toccherà a sorpresa al partito più piccolo della coalizione e cioè Fratelli d’Italia. Questo almeno sarebbe l’accordo raggiunto a Roma tra i tre leader che compongono la coalizione “che si presenterà unita alle regionali”: Berlusconi, Salvini e Meloni, hanno insomma deciso e l’Abruzzo, a prescindere dalle spinte e le rivendicazioni locali, diventa parte di un puzzle di accordi nel quale rientrano diversi pezzi (dalle nomine Rai alle candidature delle regioni alle urne), con appunto l’Abruzzo al partito della Meloni, il Piemonte a Forza Italia e la Sardegna e la Basilicata alla Lega.
Un boccone non facile da mandare giù per il centrodestra abruzzese, comprese le liste civiche che puntano su Fabrizio Di Stefano che, a questo punto, potrebbe correre anche da solo contribuendo così a frammentare un voto che, in questo scenario, si preannuncia incerto.
I Cinquestelle, che hanno già deciso di candidare Sara Marcozzi, sarebbero in realtà avvantaggiati da una candidatura di centrodestra “debole” e soprattutto non condivisa dalla base, tanto più che una parte degli azzurri potrebbe decidere di sostenere il candidato del centrosinistra se questo dovesse essere Giovanni Legnini. Candidatura, quella del vice presidente del Csm, che è destinata a sparigliare le carte anche tra i pentastellati: secondo alcuni sondaggi, infatti, la figura di Legnini drenerebbe fino a otto punti percentuale al Movimento 5 Stelle.
Il quadro sarà più completo dopo il 25 settembre, quando cioè Legnini, in scadenza dalla sua carica istituzionale, dovrebbe rompere silenzio e indugi. Nel centrodestra c’è però ancora qualche margine di manovra: fino a novembre, infatti, il nome del candidato presidente potrebbe rimanere sconosciuto.
Roba da pazzi siamo diventati merce di scambio. I vecchi partito continuano con la linea di un Abruzzo laboratorio; fanno qui cose che in altri posti si vergognerebbero solo di pensare.
Poi ci si meraviglia se il Movimento 5stelle continua a crescere.