Aveva querelato Piero e Antonella Di Nino, accusandoli di averlo minacciato e vessato per il solo fatto di essere un rappresentante sindacale. Di avergli dato in uso un vecchio e sporco camion e di essere stato dai due, e in particolare dall’allora vice presidente della Provincia, spintonato fuori dall’azienda di famiglia per la quale lavorava. Una violenza privata e una minaccia aggravata messe nero su bianco e alle quali, anzi, Gelso Fontana, dipendente della Di Nino trasporti, si era opposto quando la procura aveva chiesto l’archiviazione delle accuse.
Così dopo il proscioglimento dei due Di Nino era stato lo stesso giudice a rimettere le carte alla procura per verificare eventuali violazioni di legge da parte della presunta parte offesa, decisione a cui si era poi aggiunta la controquerela dei Di Nino che avevano chiesto di processare il loro dipendente per calunnia, simulazione di reato, false informazioni al pubblico ministero e falsa testimonianza.
Ieri è arrivata la condanna per l’uomo: due anni di reclusione e il pagamento dei danni e delle spese legali alla parte civile, perché riconosciuto colpevole di calunnia.
Secondo quanto emerso durante il processo, infatti, le accuse di Fontana non erano fondate: nessuno dei presenti aveva confermato quanto dichiarato, se non la sua compagna che, però, era stata citata come teste solo dopo diversi mesi e che, comunque, secondo la ricostruzione dei fatti quel giorno del luglio 2012 si trovava in auto.
Gelso Fontana era stato tra i principali accusatori della famiglia Di Nino nel processo chiusosi in primo grado a febbraio scorso con la condanna, tra gli altri, di Piero Di Nino a tre anni e nove mesi per il reato di estorsione. Costituitosi parte civile, però, i fatti riferiti a Fontana non erano stati provati neanche in quella occasione e per i capi d’imputazione a lui riferiti i Di Nino erano stati assolti.
Ogni tanto c’è un giudice a Berlino. Ma i due anni sono virtuali o se li farà?
Fino a 4 anni niente carcere. Sentenza Corte Costituzionale n. 41/2018 del 2 marzo 2018
Povero topolino che ha provato a sfidare non uno ma ben due elefanti. Mi dispiace così tanto, ci hai provato e questo già fa di te un grand’uomo!