Commercio, “aperture obbligatorie la domenica”. Alto Sangro fuori dal coro

In questi giorni di acceso dibattito, come voci fuori dal coro, i centri turistici montani d’ Abruzzo si schierano contro la proposta di legge del ministro del Lavoro Luigi di Maio che prevede la chiusura domenicale e festiva delle attività commerciali.
Davanti alla schiera dei credenti nel dogma del sacrosanto riposo domenicale, tra le montagne, c’è chi, invece, chiede l’imposizione obbligatoria dell’apertura nei festivi delle attività e dei servizi del paese. La nota “stonata” è quella di Attilio Romito, gestore del ristorante La Rua, sito a Rivisondoli: “Siamo un piccolo centro, viviamo di turismo e il 50% dei nostri incassi vengono realizzati durante festività e weekend: sono contrario a questa proposta di legge. Anzi, l’apertura domenicale dovrebbe essere obbligatoria. La chiusura delle attività, oltra a creare disservizi per i residenti, susciterebbe malcontento tra i turisti e li dirotterebbe verso altre mete”. A supportare la posizione del ristoratore anche il sindaco del Comune di Rivisondoli, Roberto Ciampaglia, e il consigliere Franco Gentile: “Non solo la chiusura domenicale delle attività porterebbe a un calo dell’occupazione su scala nazionale, ma a farne le spese sarebbero soprattutto piccole realtà come la nostra: le zone montane e balneari in Abruzzo rappresentano una forte attrattiva soprattutto durante i weekend. Gestori e commesse potrebbero riposare infrasettimanalmente”.

Anche dal limitrofo comune di Pescocostanzo l’assessore Luciano di Padova si unisce al coro: “L’applicazione della legge Di Maio inciderebbe negativamente sulla nostra micro economia, in breve tempo chiuderebbero tutte le attività”.
Intanto, giù a valle, anche Claudio Mariotti, presidente dell’Ascom Fidi, si espone a favore di un’ottica di rivitalizzazione dei centri storici proponendo la chiusura dei soli centri commerciali durante i festivi. A spalleggiarlo anche Franco Ruggieri, presidente della Cna, che incalza sui vantaggi derivanti dalla chiusura dei grandi shopping centre della costa: “La fine dell’esodo domenicale darebbe nuova anima ai piccoli centri storici che, ripopolandosi la domenica pomeriggio, tornerebbero a essere punti di aggregazione e socializzazione”.
Una via di uscita sembrerebbe però esserci: qualora la proposta di legge Di Maio entrasse in vigore, dovremmo sperare che i nostri “gioielli” abruzzesi rientrassero in quelle località fatte salve perché turistiche. Ma quali sono i criteri che ne definiscono lo statuto di “città turistiche” ? Confimprese scatena la polemica nella polemica.
Le “voci stonate” che vogliono salvaguardare il turismo in Abruzzo, in fondo, sono “armoniosi tintinnare” di scontrini.

Giada Corradetti

Commenta per primo! "Commercio, “aperture obbligatorie la domenica”. Alto Sangro fuori dal coro"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*