Quelli della Regione e chi li ha visti, e soprattutto chi li ha visti i tecnici, gli eserciti e le truppe cammellate all’ufficio sisma. Come negli altri servizi. Niente: promesse, annunci e quel retrogusto amaro della presa in giro.
Ad oltre venti giorni dalla riunione con la Regione, quella in cui si era annunciato un trattamento di favore per Sulmona città bloccata e città di Casa Italia, di rinforzi no se ne sono visti.
Ad una settimana dall’annunciato incontro a palazzo Chigi, ad esempio, per pianificare “la pioggia miracolosa” di Casa Italia, non si sa ancora con quale idea si andrà a Roma, quale immobile e aggregato da recuperare proporre per iniziare a mettere in sicurezza la città, una delle dieci scelte in Italia.
Non c’è una visione e se c’è l’amministrazione comunale si guarda bene dal pubblicizzarla. Dal condividerla.
Le strombettate del sindaco Annamaria Casini, sono rimaste campane stonate: i “commissari” regionali sembrano non abbiano trovato proprio dei tappeti rossi all’ingresso di palazzo San Francesco, l’avviso per due tecnici a tempo determinato da inserire all’ufficio sisma sembra sia rimasto imbalsamato dopo che qualcuno ha fatto notare la scarsa legittimità del bando e di gare, quelle che dovrebbero riportare almeno la forza lavoro delle cooperative, non c’è traccia amministrativa.
Non per il cosiddetto front e back office, almeno, perché per i servizi informatici e per l’elaborazione dati, al contrario, seppur con qualche settimana di ritardo un principio di soluzione si intravede: una gara a dodici mesi per i primi e una proroga fino al 25 luglio per i secondi.
Si va avanti così, a tentoni, navigando a vista in un mare agitato.
Passate le elezioni amministrative, d’altronde, tutto può aspettare: possono aspettare gli imprenditori e l’Ance che avevano fermato le ruspe verso il Palazzo contando sulle promesse dei nuovi e rivoluzionari arrivi in Comune e possono aspettare le cooperative, “sfrattare” dall’occupazione dell’Aula consiliare con un documento politico, trasformatosi in delibera di indirizzo. Anche se poi questo indirizzo non si sa bene a che “numero civico” si trovi.
Può aspettare soprattutto la città, la ricostruzione, l’economia. Ora che non c’è più niente da dimostrare, nessun urna da riempire, neanche una croce da apporre.
bene,bravi della redazione,questi politicialtroni,fanno solo annunci,conferenze stampa,tavole rotonde,comunicati,ecc,ecc…nei fatti nulla e poi nulla molto semplice :non hanno le capacita’,la visione della Cosa pubblica,la prospettiva,dei piani,progetti,idee,
preparazione,competenze per i risultati ottenuti…annunciamo,annunciamo,annunciamo…
e’ tempo degli spot: accesso agli atti….come dire adesso ci penso io,di annuncio in annuncio
siamo nella palude,comunicheremo,appena possibile,con data da destinarsi la nota dove saranno specificati gli argomenti del prossimo annuncio….
A Sulmona si pensa solo a Ovidio al Sociale e agli emigrati. I cittadini meritano più rispetto. Meno parole…più fatti.