L’accusa resta quella al momento di tentato omicidio con l’aggravante dell’odio etnico e gli aggressori restano dove il giudice del Riesame li aveva collocati il 30 agosto scorso dopo quasi un mese dietro le sbarre: Serafino Di Lorenzo che era stato collocato ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico resta in realtà in carcere a Pescara perché manca il braccialetto e con lui Nicola Spagnoletti che un domicilio neanche ce l’ha. Questa mattina il giudice Giorgio Di Benedetto, su richiesta dei difensori degli indagati (Alberto Paolini e Simona Fusco), ha nominato però un perito, nella persona del medico legale Ildo Polidoro, per capire se quel colpo inferto al costato del giovane gambiano il 12 giugno scorso durante il blitz nel centro di accoglienza per migranti della Casa Santa di Sulmona, poteva essere effettivamente mortale come ipotizzato dall’accusa, tanto da far formulare alla procura l’ipotesi di reato tra le più gravi (il tentato omicidio).
Su questo elemento, in particolare, contano i difensori dei due indagati per alleggerire una posizione processuale non certo leggera, aggravata da quella contestazione dell’odio razziale.
Polidoro, che avvierà la perizia il prossimo 18 settembre a Pescara, dovrà valutare, in base ai referti medici e ad una verifica sul giovane migrante, se la ferita può, tra le altre cose, aver causato pericolo di vita, se abbia procurato l’indebolimento permanente di un organo o la sua funzione e ancora se da questa si riesca a ricostruire l’intensità e la direzione della coltellata, ovvero se possa essere stata data per difesa o per offesa.
Particolari questi ultimi dirimenti per lo sviluppo del processo. L’udienza per analizzare i risultati dell’incidente probatorio è stata fissata al prossimo 6 dicembre.
bene,anzi male ,sono nel nostro borgo…nelle Democrazie non sarebbe pensabile, un perito(pagato da chi?) per verificare la ferita,se poteva essere mortale o l’indebolimento di qualche organo ?ma ragionano,riflettono,usano la logica o prevalgono gli interessi particolari… delle persone decidono di fare una visita di “cortesia” armati? oltretutto prevedibile ,sembra che nei giorni precedenti gli operatori avevano lanciato l’allarme,quindi i due signori si sono organizzati, predisposto un piano,procurato le armi con una strategia precisa,hanno pianificato,premeditato…per poi aggredire,minacciare ed infine colpire con quanto “portato” (non con oggetti presi sul luogo e per caso) dunque ? Dal filmato la certezza della volonta’ criminale…piu’ di un perito …una macchina del tempo,o no?