Il giro di consultazioni del sindaco non più dimissionario, Annamaria Casini, è cominciato ieri da lui, perché è lui che, il 10 agosto scorso, ha provocato quel gesto di pancia del primo cittadino che l’ha portata prima ad abbandonare l’aula e poi la fascia tricolore. Fabio Pingue, capogruppo di Avanti Sulmona, è ora considerato l’ago della bilancia ovvero l’àncora di salvataggio a cui la coalizione Noi Sulmona cerca di aggrapparsi, dopo le frizioni che hanno aperto una crisi che dura ormai da mesi e che non è ancora del tutto risolta.
Pingue cosa vi siete detti con il sindaco?
Ho spiegato al sindaco come questa amministrazione non ha brillato per concretezza e le ho ricordato che è stata lei in consiglio a decretare la fine della maggioranza. Io voglio fare il consigliere comunale della città e in questa veste risolvere i problemi dei cittadini. Non si possono accettare ordini di scuderia, penso che la politica e l’amministrazione sia fatta di confronto e di risoluzione di problemi. Quindi andiamo avanti, ma con la pretesa, oltre che con l’auspicio, che si comincino a dare risposte.
E le domande quali sono? Ovvero qual è l’elenco di cose da fare?
Il sindaco ha illustrato alcuni elementi programmatici nell’ultimo consiglio. Io dal canto mio ritengo prioritarie alcune risposte, la cui efficacia sia misurabile a breve. A partire dai 12 milioni di euro per l’Abbazia Celestiniana, sui quali non è tollerabile che un sindaco giri la testa dall’altra parte. Bisogna capire che fine hanno fatto e cosa si deve fare, subito, per rimetterli in moto, preparare da subito gli affidamenti. Non c’è un minuto da perdere.
Poi c’è la questione dell’area Celestiniana, anche questa da affidare in gestione subito con un bando pubblico. E ancora l’esternalizzazione del servizio trasporti a Tua. Discorso a parte merita la proposta della Multiservizi: va bene un Urp con Saca e Cogesa, ma bisogna prima chiarire alcune cose con la società di gestione dei rifiuti. Bisogna capire quali sono i rapporti con Asm e poi procedere al riaffidamento in house del servizio, ma contrattando stavolta servizi e tariffe. C’è poi la questione di Casa Italia, rimasta sospesa con 2,5 milioni di euro: bisogna decidere definitivamente di avviare il progetto su palazzo Pretorio e liberare i residui delle risorse su esso ancora fermi per palazzo San Francesco o palazzo Mazara. E poi la cosa più urgente da fare è quella di mettere finalmente mano alla macchina amministrativa, assumendo uno e due dirigenti tramite l’art. 110 e 110 bis. Perché una cosa è certa: le risposte si possono dare se funziona la macchina amministrativa: vedere ancora oggi scuole chiuse, strade dissestate e degrado urbano non è tollerabile.
Ma ha dato una deadline alla Casini?
Diciamo che valuteremo a breve l’operato, quanto fatto e quanto ci si è impegnati per fare le cose. Entro Natale tracceremo la linea e decideremo se è il caso di continuare a dare fiducia a questa giunta e a questo sindaco.
E in questo periodo i vostri referenti e in particolare la presidente del consiglio con cui ci sono state frizioni resteranno a loro posto?
Su questo sono molto chiaro: non esiste un presidente del consiglio di parte. Katia è stata eletta da tutti i consiglieri e deve garantire tutti. Chi pensa di dare diktat sulla gestione delle istituzioni si sbaglia.
Diciamo quindi che la sua è una fiducia a tempo. Si auspica che questa fiducia arrivi anche dalle opposizioni?
Si, una fiducia a tempo: possiamo dirlo. Sull’apertura alle opposizioni è auspicabile, ma penso che bisogna essere anche in grado di tracciare un percorso politico complesso. Non so se la Casini ne sia capace, se lo sarà le andrà dato il merito, altrimenti nessuno la biasimerà per questo.
Questa fiducia a tempo, però, qualche sospetto sulla scacchiera delle prossime elezioni regionali lo lascia
Noi abbiamo votato al referendum in modo chiaro, non so cosa abbiano fatto quelli di Abruzzo Civico o “momò” (dal nuovo movimento di Gerosolimo, “E mò”, ndr). Alle politiche abbiamo votato e fatto campagna elettorale per la Chiavaroli, non so cosa abbiano fatto quelli di Abruzzo Civico o “momò” che anzi si dice abbiano fatto votare 5 Stelle. Noi abbiamo avuto una posizione sempre chiara all’interno del centrosinistra e questo non ci ha impedito di essere comunque con coerenza nell’amministrazione della città. Non vedo come una mia candidatura eventuale in Regione possa compromettere ora questo percorso amministrativo. Ripeto le beghe politiche non interessano ai cittadini, bisogna dare risposte all’amministrazione della Cosa pubblica.
Quindi il sindaco non conta nulla? Appesa a un filo praticamente ? Aspettiamo la 3 dimissione.