Scintille su Facebook fra Fina e D’Alessandro, mentre il Pd naviga a vista

Le elezioni del 4 marzo, che hanno sancito la fine – forse irrimediabile – dell’era politica del Partito Democratico, sono lontane nel tempo, ma le ferite di quel post voto sono ancora tutte da rimarginare. Succede così che nel Pd Abruzzo, qualcuno aspetti un confronto su ciò che è stato l’esito del voto, che ha visto il Pd regionale sotto la media nazionale. Quel qualcuno è Michele Fina che scrive su Facebook: “Finalmente si apprende che il prossimo 7 Settembre si terrà l’Assemblea regionale del Pd. La prima dopo le elezioni politiche. Si riunirà quindi, come abbiamo più volte chiesto, la massima assise del partito regionale alla presenza della Segreteria nazionale. Possiamo fare il passo avanti che si merita la nostra comunità e l’Abruzzo. Daremo una nuova guida al Pd: quale guida lo decideremo in quella occasione. Naturalmente auspico che non ci siano più rinvii. Perché non c’è più tempo”.

Ma la cosa bizzarra è che la politica ai tempi di Facebook, si compie su Facebook più che nelle sedi di partito, divenute ormai tristi ripostigli per manifesti elettorali impolverati. Accade perciò che a Fina risponda con un commento sotto il post, il presidente del Pd Abruzzo nonché parlamentare Camillo D’Alessandro scrivendo: “Michele io non so nulla, visto che la dovrei convocare io. Probabilmente altri hanno preso impegni con altri sulla data. C’è la festa nazionale, subito dopo. Il fatto che altri decidano non so dove e chi dovrebbe convocarla non sa nulla non è esattamente il massimo, evidentemente fai prte di qualche caminetto buono che sa le cose . Comunque convocherò non appena mi verrà comunicato, anche il 7, ma ad oggi fa ridere dare date perché non so chi ha parlato con non so chi”.

C’è una festa nazionale, la discussione può attendere sostiene D’Alessandro che in questi sei mesi non ha trovato nemmeno mezzo pomeriggio da dedicare al confronto con i delegati dell’assemblea Pd regionale. Del resto la batosta è stata più che sonora e qualsiasi discussione avrebbe aperto una crisi che avrebbe con molta probabilità portato D’Alfonso e i suoi a perdere il controllo sul partito.

Il Pd resta così unel congelatore, con i suoi iscritti bloccati in questo magma burocratico che non permette alcunché, ma c’è già qualcuno pronto ad immolarsi, il suo nome ancora non può essere fatto pubblicamente per questioni di garbo istituzionale, ma nelle segrete stanze – ed anche in quelle meno segrete – su di lui si rumoreggia parecchio, parliamo del vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che dovrebbe essere il prossimo candidato presidente del centrosinistra. Per D’Alessandro e quindi per D’Alfonso, c’è solo da tenere duro ancora qualche mese perché la partita che nel partito si aprirà dopo le regionali, sarà tutta da giocare.

Savino Monterisi

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