Musica e fermento artistico per Yoshimitsu, in Valle Peligna nasce un nuovo collettivo

Si definiscono”collettivo artistico” dove per arte si intende tanta musica, tutti i generi e le sfumature della massima espressione artistica, ma questo è solo il punto di partenza perchè i ragazzi di Yoshimitsu Records di progetti messi in campo ne hanno tanti e sono determinati a raggiungerli. Il bello di questa storia è che si parla di giovani tra i 17 ed i 20 anni, tutti con un unico comune denominatore: la passione per la musica e la voglia di creare una etichetta discografica indipendente. La loro storia nasce da lontano (data l’età neanche così tanto), ma parte da un gruppo di amici tutti più o meno musicisti e cantanti provenienti da diverse formazioni ed estrazioni musicali.

Dal semplice ritrovo, per condividere e confrontarsi sulla comune passione, a voler creare qualcosa di veramente concreto l’evoluzione è stata fisiologica. Complice, anche, la disposizione di quella che è diventata la loro sede, un garage rimesso a nuovo con le proprie mani a Pratola Peligna e diventato una sorta di studio di registrazione, il covo di Yoshimitsu appunto, “Un Bunker no wifi” scherzano Ugo Evangelista e Federico Santacroce, due dei quattro che hanno fondato il collettivo, insieme a Rolando Pace e Lorenzo D’Andrea. Yoshimitsu, parola giapponese, significa “luce della buona sorte”, un po’ la filosofia alla base del gruppo applicata al settore musicale ed è quello che loro vogliono, senza presunzione, rappresentare in Valle Peligna.

Una realtà in fermento che prende vita nell’aprile scorso. “All’inizio producevamo un inedito alla settimana con video correlato- raccontano Ugo e Federico-, spaziamo dall’alternative rock al chill, dal lofi, hip hop al rap, trap, indie”, ma il repertorio dei generi è destinato ad aumentare. La ricerca è un po’ quella dello stile giusto da abbinare all’occasione giusta. Il primo vero e proprio banco di prova è stata la manifestazione pratolana Le Uve dei Peligni dove i ragazzi hanno curato le cinque postazioni musicali abbinate alle cantine, occupandosi anche della parte social dell’evento, di quella grafica e fotografica. In tutto, infatti, Yoshimitsu raccoglie circa 14 giovanissimi tra musicisti, grafici, videomakers muovendosi, per la loro promozione, sul mezzo social “giovane” per eccellenza, Instagram.

Un progetto autofinanziato, per ora, che mira ad ufficializzarsi ed entrare nel mercato. Nel frattempo ognuno di loro prepara le sue “cose” a casa per poi trovare nel “covo” consigli e il necessario confronto per migliorare il pezzo. “A volte si crea direttamente qui- proseguono i due- anche in considerazione di ciò che l’artista vuole trasmettere. Il focus è lavorare su di loro per costruire personaggi e professionalità valide”. E qualcosina di sostanzioso comincia già ad aversi. Su un musicista in particolare il collettivo punta molto, è in fase di lavorazione un progetto sperimentale, un album in cui si concentrano diversi generi con nuove e particolari sonorità. Più di tanto Ugo e Federico preferiscono non svelare, ma lanciano un’altra anticipazione, quella che vede una delle ragazze del gruppo a lavoro con una casa produttrice messicana.

Sognatori, non sprovveduti, insomma, giovani, ma preparati, tutti, a loro modo, con  competenze da spendere. Davvero una “luce” in Valle Peligna dove i più tendono a pensare che non ci siano fermenti culturali e creativi, eppure c’è sempre quello spiraglio, episodio, esperienza che alla fine fa riflettere che poi da qualche parte si può iniziare nella costruzione di un pensiero culturale e sociale nuovo, attivo.

Basta contattarli, fare una sorta di provino o mandare la propria produzione. Se di qualità non passerà inosservata. In questo senso Yoshimitsu è aperto a collaborazioni su tutto il territorio, anche altrove grazie alla nuova tecnologia. “La musica non è un posto” concludono Ugo e Federico.

Simona Pace

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