Che l’orsa Peppina, con prole a seguito, sia tornata a gironzolare nella zona di Pettorano sul Gizio lo sanno bene gli abitanti del piccolo borgo perchè la notte scorsa il plantigrado ha fatto visita alle frazioni Cavate e Casa Macilli distruggendo recinto e pollaio della famiglia Rodolfo Franciosa.
Animali d’allevamento che rappresentano una perdita importante, secondo quanto riporta Domenico Ventresca, promotore di un comitato nato proprio per sollevare la questione dei danni subiti dalla popolazione a causa delle incursioni da fauna selvatica. Un “problema”, a sentire quelli del comitato, che va avanti da più di cinque anni “mentre nessuno fa niente per riportare l’orso bruno marsicano nel suo ambiente naturale, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise” commenta Ventresca. C’è da dire che l’area di Pettorano (e soprattutto la sua riserva) rappresenta un fondamentale punto di passaggio tra il Parco d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella, un corridoio ecologico di vitale importanza per questa specie abituata a lunghe traversate.
Per questo le associazioni Salviamo l’orso e Dalla parte dell’orso, invitano alla calma, a non farsi prendere dal panico e a non creare allarmismo. La presenza di Peppina e dei suoi tre cuccioli rappresenta un evento importante per la salvaguardia di questa specie protetta e, spiegano le associazioni, basta saper governare la cosa per evitare di arrecare danni. Innanzitutto con le reti elettrificate che, ricordano sempre gli animalisti, saranno messe a disposizione di chiunque ne faccia richiesta grazie ad una legge regionale approvata lo scorso anno. “Chiamateci – spiega Mimì D’Aurora – siamo a disposizione ci facciamo carico di anticipare l’installazione e i tempi burocratici sono brevissimi. Così come lo ricordo sono previsti risarcimenti anche per chi è fuori dai confini delle aree protette”.
Anche i carabinieri-forestali invitano a collaborare per tutelare questo ritorno in valle: evitando innanzitutto di fare il turimo naturale che può arrecare disturbo ai palntigradi e stando attenti a guidare con le auto in zona, perchè la famigliola potrebbe attarversare all’improvviso.
Solo ieri dalla direzione della Riserva annunciavano entusiasti il ritorno di Peppina e dei suoi tre cuccioli a Pettorano raccomandando, tra l’altro, ai possessori di recinti elettrificati la loro riattivazione, già consci della possibilità di simili episodi in concomitanza con l’arrivo del periodo di iperfagia, ossia la necessità per l’orso di accumulare più nutrimento possibile.
Peppina è tornata con la sua prole e questo è innanzitutto un bene, bisognerà convivere con la natura cercando di salvaguardarla. Almeno fino all’arrivo dell’autunno.
Simona Pace
La pista ciclabile è sicura? Che interventi si stanno mettendo in atto? Non è bello ritrovarsi l’orso davanti, a maggior ragione con l’istinto di proteggere la propria prole
Buonasera,sono Antonio Di Croce, Direttore della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio,
scrivo in merito a questo articolo;
considerata la delicatezza del tema, occorre necessariamente collaborare nel fornire complete e corrette informazioni all’opinione pubblica e pertanto vi chiedo di poter replicare, nell’ambito delle funzioni che il ruolo mi impone, con la seguente dichiarazione:
“Per ciò che riguarda le attività di gestione e monitoraggio della specie, con particolare riferimento ai danni, la Riserva collabora da alcuni anni con tutte le Istituzioni competenti in materia, in particolare con le altre Aree Protette nazionali e regionali, con la Regione Abruzzo, con i Carabinieri Forestali, ma anche con le associazioni impegnate sul tema (come ‘Salviamo l’Orso’ e ‘Dalla parte dell’Orso’ ) in particolare nell’ambito del progetto ’Bear Smart Community Genzana – Comunità a misura d’Orso Genzana’. Le attività messe in campo riguardano non solo il puntuale e costante monitoraggio della specie nell’ambito della ‘ Rete di Monitoraggio Orso bruno marsicano Abruzzo e Molise ‘, ma anche l’impegno nell’implementazione della specifica L.R. 15 (la cosiddetta ‘ legge orso ‘, emanata nel 2016 dalla Regione Abruzzo), in particolare per ciò che riguarda la prevenzione dei danni, con la distribuzione delle recinzioni elettrificate, la puntuale e corretta informazione alle comunità locali, e tutte le attività di supporto messe in atto per il corretto funzionamento dei sistemi di presidio e prevenzione dei danni. Ricordo che la stessa legge prevede anche il puntuale risarcimento dei danni, da parte della Regione, anche al di fuori delle aree protette e anche per tutti quegli allevatori, per così dire, hobbisti, ovvero che non sono titolari di un codice aziendale.
Le azioni di prevenzione dei danni hanno dimostrato di funzionare, insieme alle altre attività gestionali messe in campo, così come riportato nella relazione delle attività della Riserva, pubblicata nell’ambito del ‘Rapporto Orso 2017’, pubblicato anche online dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e molise, e consultabile e scaricabile al link seguente: http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=49463
Insomma, le istituzioni sono presenti e chi afferma il contrario, a nostro avviso, lo fa in maniera strumentale, tendenziosa e anche pericolosa (soprattutto quando si afferma che la specie è pericolosa per l’uomo: ricordo che non è mai stato riportato in letteratura alcun caso di aggressione dell’orso bruno marsicano ai danni dell’uomo, semmai il contrario, come avvenuto proprio a Pettorano sul Gizio nel 2014 quando un orso è morto a causa di un colpo di arma da fuoco), rischiando di accendere e acuire quel conflitto tra fauna selvatica e uomo che, con molto sforzo, le istituzioni competenti e le associazioni impegnate sul tema stanno gestendo e riportando in un giusto equilibrio, anche e soprattutto in risposta a ciò che leggi nazionali ed internazionali impongono. Ricordo che l’orso bruno marsicano è considerato a livello nazionale ed internazionale specie particolarmente protetta: conservare e tutelare tale specie non è solo un dovere ma è anche un privilegio, perché vuol dire conservare anche l’aria l’acqua e l’ambiente in cui viviamo.
Ricordo, inoltre, che la specie è già nel suo habitat naturale, visto che trattasi di specie selvatica, che (giustamente) non conosce i confini amministrativi delle riserve o dei parchi.
In merito specifico ai fatti accaduti e riportati nell’articolo, sottolineo che, anche considerata l’eccezionalità della presenza di questa femmina con tre cuccioli nei nostri territori, si sta attivamente collaborando con tutte le istituzioni competenti per mettere in campo ogni iniziativa utile e necessaria: nello specifico il 20 agosto è stata indetta una riunione al vertice presso il Comune di Pettorano sul Gizio, tra la Riserva Monte Genzana, l’Amministrazione Comunale, i Carabinieri Forestali, al fine di fare il punto della situazione e coordinarsi in merito ad eventuali ulteriori iniziative da mettere in campo, oltre a quelle già previste nel ‘Protocollo di gestione orsi confidenti/problematici’ già approvato ed adottato.”
Con i più cordiali saluti,
Dr. Antonio Di Croce
Direttore della
RISERVA NATURALE REGIONALE MONTE GENZANA ALTO GIZIO
Sì ma ad oggi è sicuro utilizzare la pista ciclabile di Pettorano??????