Due mesi persi, che si aggiungono ai quattro trascorsi prima di rivolgere il quesito all’Anac. Un Comune da mezzo anno con la macchina bloccata, i lavoratori non più a lavoro, le occupazioni dell’Aula consiliare, le proteste degli imprenditori, la ricostruzione ferma nell’ufficio sisma vuoto.
E’ arrivato oggi a palazzo San Francesco l’atteso parere dell’Autorità anticorruzione sulla legittimità delle gare d’appalto per l’esternalizzazione dei servizi: quel dubbio amletico che aveva colto la segretaria Francesca De Camillis e che l’aveva portata a non firmare le carte necessarie a sbloccare la situazione, tanto da beccarsi dal sindaco Casini una segnalazione “per presunte inadempienze ed omissioni” e paventare una “interruzione di pubblico servizio”.
L’Anac, come d’altronde era prevedibile, ha sostanzialmente premesso che non è sua competenza fornire pareri su attività amministrative (per quello ci sono i dirigenti molto ben pagati) e che comunque ci sono esempi di prestazione di manodopera in enti pubblici che sono ormai prassi, oltre ad essere avallati da sentenza di giudici. E ancora che il rischio di impresa non vuol dire metterci una scrivania e un computer e che l’importante è che le cooperative siano in regola e strutturate autonomamente, senza essere cioè alle dirette dipendenze del Comune.
Il Comune di Sulmona, insomma, non è “fuori legge” come la segretaria stessa ha fatto intuire in una letteraccia spedita al sindaco a fine mese scorso e nella quale definisce, con il beneficio del forse, i capitolati d’appalto “non genuini” e “l’utilizzazione dello strumento dell’appalto, anomalo”.
Una lettera che è destinata a riaprire la porta girevole dell’ufficio di segreteria, perché nei toni e nella sostanza, essa sancisce un divorzio netto tra il sindaco Casini e la segretaria che a palazzo San Francesco si trova per un incarico fiduciario. Una fiducia che sembra insomma essersi spezzata.
Oltre a stigmatizzare le continue pressioni ricevute, i solleciti per risolvere il problema, le richieste ad inserire clausole di salvaguardia per i lavoratori “pur sempre condizionate alla genuinità del capitolato d’appalto”, la segretaria De Camillis, infatti, bacchetta il sindaco per aver deciso, nonostante il suo parere, di avviare la procedura di gara per il reperimento di due professionisti di supporto amministrativo e contabile: “Manifesto sin da ora il mio disappunto avverso a tale preannunciata decisione – scrive la De Camillis – che denota un totale disinteresse per il mio operato e che, con buone probabilità, non sarebbe nemmeno conforme ai canoni di legalità e buon andamento cui lei dice di ispirarsi”.
E se il divorzio non dovesse essere abbastanza esplicito, la chiosa della lettera toglie ogni dubbio: “Non posso fare a meno di rilevare che le sue reiterate e ripetitive note di sollecito relative all’esternalizzazione dei servizi, alle quali mi vedo costretta a rispondere – conclude la De Camillis – creano intralcio allo svolgimento delle mie attività e non contribuiscono alla risoluzione delle problematiche in essere”.
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