La cul-tura della Giostra

Una stellina argentata adagiata sul fondoschiena seminudo a valorizzare il punto di forza e la proposta “cul-turale”, incorniciata tra archi posticci che non rendono neanche il senso urbanistico e architettonico della città e con quel tocco di Photoshop che almeno, visto che c’erano, potevano passarlo anche sull’erbacce dell’acquedotto medievale usato come sfondo. A chi pensava che il falso figlio di Dalì spacciato per autentico fosse il limite oltre il quale la Giostra Cavalleresca non potesse andare, dovrà ricredersi. Perché il manifesto ideato e anche realizzato per pubblicizzare la manifestazione di questa ventiquattresima edizione ha superato anche il limite della decenza. La madrina Valeria Marini, la Giovanna d’Aragona edizione 2018, tutta bionda e bambola, smalto e rossetto rosso, abito da sera mozzafiato a ricordare quella che era prima che gli anta la travolgessero undici anni fa. Per capire e giustificare la logica che ha partorito questa perla di grafica e di proposta culturale, non basta, non basta più, il “dogma Giostra”, quella strana devianza dello spirito critico secondo cui quel che la Giostra fa, la Giostra può. E meno male che, questa volta, a tenere lo scettro della cultura a Palazzo c’è uno, Alessandro Bencivenga, che la cultura la ama e la fa veramente e che non a caso, di fronte all’oltraggio del manifesto, dopo aver dovuto suo malgrado digerire la burla Dalì, ha diffidato l’intoccabile Giostra a ritirarlo dalla circolazione perché lede l’immagine del Comune. Perché in calce a quello spot da sagra anni Ottanta, c’è lo stemma di una città che vanta figli illustri, cantori e poeti, artisti (veri) e monumenti al bello. Perché, in fondo, lo stesso popolo della Giostra, quello che in questi ventiquattro anni gli ha dato anima e corpo, non merita un decadimento così greve di una manifestazione che una volta aveva perfino dei riferimenti (e una commissione) storico-artistici.

1 Commento su "La cul-tura della Giostra"

  1. Ma forse ora occorrerebbe una sferzata di rigore e serietà, per questa città. Basta. E Alessandro Bencivenga ha statura, autorevolezza e credibilità. Deve soltanto chiedere al Sindaco e alla Giunta di non restare solo.
    In questo caso….

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