Pescasseroli: chieste nuove misure di mitigazione per il depuratore

Di polemiche ce n’erano state parecchie, a Pescasseroli era addirittura arrivata Striscia la Notizia, oggi tutti gli attori coinvolti nella costruzione del depuratore, in comune con Opi, sono pronti a mettere sul piatto della bilancia ulteriori valutazioni ambientali per verificare se ci sono o meno possibilità di altre misure di mitigazione. Perchè l’area scelta da tutti gli enti interessati a qualcuno non è andata proprio a genio, il timore paventato in passato da parte del presidente della Dmc altosangrina era quello di impattare inutilmente sull’ambiente invitando, dunque, alla ricerca di aree più consone. La decisione di nuove valutazioni arriva direttamente dal commissario straordinario unico per la Depurazione, Enrico Rolle, in accordo con il presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Antonio Carrara, con la Regione e con l’Arta, i rispettivi Comuni, l’Ato e la Saca. Una scelta che arriva a seguito di un sopralluogo avvenuto sull’area nei giorni scorsi con l’obiettivo di approfondire alcuni aspetti legati alla posizione “critica” del nuovo impianto.
All’attivo, intanto, ci sono già i nulla osta della Sovrintendenza ai Beni Ambientali e della Soprintendenza Archeologica, il parere positivo del Comitato di coordinamento regionale per Valutazione d’impatto ambientale, dell’Arta Abruzzo, il parere positivo in conclusione della Valutazione d’incidenza, il nulla osta dell’Ente Parco, i diversi pareri del comune di Pescasseroli. Nello specifico sono state effettuate due valutazioni di incidenza ambientale (V.Inc.A) , anche per la prima zona individuata per ospitare l’impianto, sono state presentate delle prescrizioni “diverse delle quali già attuate- fanno sapere in una nota congiunta i diversi enti coinvolti-, mentre per altre si sta procedendo al recepimento nell’ambito più complessivo dell’intervento e delle risorse a disposizione. Si sta anche provvedendo a verificare, in accordo con il Parco, le opportunità offerte dal possibile riutilizzo delle acque in uscita dal depuratore in considerazione dell’elevata qualità che presenteranno, valutando anche la possibilità di creare zone umide, come anche dall’uso dei fanghi come ammendante agricolo. Un’ulteriore aspetto che dovrà essere considerato – conclude il testo congiunto – è la riconversione dell’area dell’impianto esistente che sarà necessariamente dismesso”.
Il depuratore, nonostante le mille polemiche, rappresenta una struttura fondamentale anche e soprattutto per la buona salute del fiume Sangro con acque classificate come “scarse”, lo aveva ricordato anche l’ambientalista Augusto De Sanctis auspicando tempi celeri per la conclusione di tutte le procedure. La cattiva salute del fiume sangrino, oltre alle conseguenze di carattere naturalistico, hanno condotto anche ad una condanna da parte dell’Unione Europea.
“La tecnologia adottata, vagliata positivamente a suo tempo dal Ministero dell’Ambiente – si legge ancora nella nota- consente di raggiungere gli standard più elevati di qualità degli effluenti dell’impianto”. L’impianto, comunque, dovrà essere pronto entro l’anno.

S. P.

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