Giornata Mondiale del Rifugiato: quando l’integrazione è festa

Una giornata dal sapore plurale e solidale, una festa accompagnata da alcune costanti: riflessione, integrazione e respiro di umanità. Parliamo della Giornata Mondiale del Rifugiato che vede due Comuni promotori in collaborazione con la Horizon Service Società Cooperativa Sociale di Sulmona: Campo di Giove, dove la cerimonia si svolgerà mercoledì 20 giugno e Cansano, l’appuntamento qui è per venerdì 22 giugno.

Una manifestazione frutto di un programma triennale di accoglienza già attivo attraverso il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). In questi due municipi hanno trovato ospitalità ben quattro nuclei familiari, due reltà che hanno creduto in quel percorso di integrazione e che insomma il sostegno, il supporto, andasse oltre la fornitura di vitto e alloggio, ed avesse come obiettivo primario l’inserimento dei richiedenti asilo nel loro tessuto sociale, fiduciosi nella riuscita dei progetti di integrazione messi in campo. Proprio per questo la cooperativa e i Comuni hanno ritenuto necessario dare il giusto valore proprio con la giornata che celebra i rifugiati che rientra nella serie di eventi organizzati a livello nazionale dal circuito Sprar per sensibilizzare la popolazione circa il modello di accoglienza diffuso, che è quello che favorisce maggiormente l’integrazione e linclusione sociale dei migranti.  

Ma andiamo agli appuntamenti: mercoledì 20 giugno, alle ore 17:30, nel Comune Campo di Giove, presso Palazzo Nanni, sarà proiettato I Migranti – Il documentario prodotto dalla Comunità 24 Luglio L’Aquila e realizzato nel 2017 dal regista Francesco Paolucci. Un docufilm che racconta dei migranti accolti in alcune piccole località di montagna degli Appennini, ed è stato prodotto da un gruppo di persone con disabilità fisiche e mentali. Stranieri e disabili, due fragilità che si incontrano. Venerdì 22 giugno, alle ore 17, presso l’area pic-nic all’ingresso del Comune di Cansano ci sarà la Festa Multiculturale dell’Integrazione. Qui, ad incontrarsi, saranno le diverse tradizioni, cibi, musiche, sonorità, voci, culture.

Un quadro di umanità e ricchezza, di scambio e reciprocità per e con i rifugiati, una questione quella dei migranti che ha però il suo lato amaro, quello che spesso ci lascia spettatori. A darne nota l’odierna attualità, quella che porta inevitabilmente ad uno specchio di vite in balia letteralmente delle onde, un’altra umanità dall’approdo incerto e spesso rimpallato tra nazioni. Vicende queste, realtà, che animano i cittadini, in cui forse l’unico denominatore comune è il concetto di difficoltà, quello di disperazione. Poi c’è l’analisi, la tesi, l’antitesi, lo scontro. Le parti, in quella annosa gestione che insomma qualche falla l’avrebbe, c’è chi invoca il pugno duro e chi l’apertura senza confini, alcuni snocciolano l’elenco delle responsabilità, la chiusura, l’offesa reciproca, il “no basta”. Nel frattempo però guardando queste famiglie ad un passo da noi, cresciute, ritrovate e di nuova speranza e poi ancora spostando lo sguardo al nostro televisore, verso quelle vite appese tra le rotte incerte, magari rammentando un passato remoto, prossimo e un presente di emigrazione, ecco lì, forse, toccherebbe ricordare anche di restare umani.

 Anna Spinosa

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