In Abruzzo scuole insicure all’80 per cento, Di Nicola: “Impedirne la riapertura”

L’80% di scuole in Abruzzo non rispetta i requisiti di sicurezza sismica? Allora che chiudano. Ieri il senatore Cinque Stelle Primo Di Nicola non ha lasciato spazio ad alternative in un post pubblicato sul suo profilo Facebook in cui, tra le altre cose, annunciava l’imminente impegno dei grillini a riguardo. Il dato, d’altronde è imbarazzante, a maggior ragione se si pensa che risale al 2016 e nel frattempo poco si è mosso. Un tema, quello della sicurezza scolastica, che i grillini abruzzesi al parlamento stanno vagliando e maturando senza far uscire, come al loro solito, niente di dettagliato, almeno per ora. “Lavori in corso” sui quali, al momento, non si è pronti a fornire ulteriori informazioni. Altrettanto preoccupante diventa però l’altra dichiarazione del senatore che sempre nello stesso post prosegue “una misura di ordinaria civiltà sarebbe quella di impedirne la riapertura con il nuovo anno scolastico”. Di Nicola aggiunge un accento, una nota di polemica in più riferita all'”eredità lasciata dai governi dei cosiddetti esperti e che mette in pericolo la vita di tanti cittadini” annunciando, inoltre, che sono “da domani (nrd oggi) al lavoro per cancellare questa scandalosa vergogna”.

Ora capire in che modo e come si possano cancellare anni di trascuratezza in campo di edilizia scolastica intervenendo su strutture “a rischio” senza privare alunni e studenti del diritto all’istruzione è un dilemma. Anche perchè due anni fa, a seguito del sisma di Amatrice quando molti sindaci decisero di ritardare l’apertura delle scuole per trovare sistemazioni “più sicure”, si era rischiato da più parti la denuncia per interruzione di pubblico servizio. Insomma quello dell’edilizia scolastica è un argomento più che mai vivo, soprattutto con i tempi lunghi della burocrazia che non permettono quella celerità che la società, al contrario, vorrebbe.

Qualcuno ci aveva provato a parlare di procedimenti straordinari per snellire i tempi, lo fece l’allora presidente della Provincia Antonio De Crescentiis, scontrandosi probabilmente con un sistema che, nel tentativo di garantire la fantomatica “trasparenza”, ha messo in piedi tutta una serie di meccanismi i quali, per fortuna ma anche no, prevedono tra le altre cose il rallentamento nelle procedure di bando ed affidamento dei lavori dettando  i tempi necessari agli interlocutori per presentare eventuali ricorsi. Tempi accettabili, questo è vero, ma se poi ci si mette tutto il contorno allora è vero che a distanza di 9 anni dal terremoto dell’Aquila poco e niente per la sicurezza dei nostri ragazzi è stato ancora fatto e a settembre la storia sarà più o meno la stessa, come al solito.

Simona Pace

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