Comitati, “rilievi dell’Ingv necessari” ma nessuna “rassicurazione e sicurezza”

Il Comitato per l’Ambiente interviene sulla questione rilievi dell’Ingv in Case Pente “erano necessari e dovuti: in passato abbiamo sempre ribadìto come gli studi sismici, litologici e di dettaglio contenuti nel Decreto V.I.A. derubricati a semplici prescrizioni, dovevano essere parti integranti progettuali e che la Commissione Tecnica Nazionale V.I.A., in mancanza di tali studi, non avrebbe dovuto dare parere favorevole per il rilascio della compatibilità ambientale”. Per i cittadini le parole “rassicurazione e sicurezza” non coincidono perché, pur effettuando tutti gli studi possibili, “serviranno a ridurre la vulnerabilità della condotta in caso di sisma”.

Gli ambientalisti della No Hub del Gas, sottolineano come con questi studi, considerata l’insufficienza di quelli già svolti, “la Snam e i funzionari del MISE potranno dire di aver ulteriormente migliorato la “sicurezza”  del metanodotto e della centrale?” Insomma il dilemma resta quello, “ambedue le infrastrutture possono realizzarsi in un’area altamente sismica come la nostra e che i cittadini possono stare tranquilli?” Il Comitato ha più volte ribadito che il principio di precauzione dovrebbe trovare sempre applicazione nelle decisioni che riguardano impianti potenzialmente pericolosi poiché non si possono escludere, con adeguato margine di certezza, rischi per la salute e l’incolumità delle popolazioni interessate, tenuto conto che nessun manufatto resiste in caso di sisma quando attraversa o interseca una faglia.

Dopo il sisma del 2016, i cittadini per l’ambiente avevano chiessto la sospensione dell’iter procedurale ed al Governo di abbandonare definitivamente il progetto “Rete Adriatica” perché, secondo quanto sostenuto dai geologi, dopo tale evento sismico seguito a quello dell’Aquila del 2009, la geografia dei territori colpiti era completamente cambiata. “Gli studi sismici relativi alle prescrizioni del 2010, sotto il profilo geologico, non potevano avere più la stessa attendibilità di allora” avrebbero dovuto procedere alla rivalutazione dell’intero progetto, in particolare del decreto V.I.A. per le condizioni mutate e oggetto della prima valutazione. “Ma ciò non è stato fatto e, nonostante le gravi lacune progettuali in merito alla sismicità, illegittimamente l’iter procedurale è andato avanti sino all’autorizzazione della centrale e con la prosecuzione di quello per il metanodotto” .

Altro grande problema, sollevano dal Comitato, riguarda il monitoraggio, l’incendio del Morrone ha distrutto ettari di bosco che contribuivano ad ossigenare la Valle: “la qualità dell’aria attualmente costituisce un ulteriore fonte di preoccupazione ed uno studio attendibile non può prescindere, pertanto, da tale considerazione oltre che dai fattori che caratterizzano il clima e la conformazione orografica della Conca Peligna”. I cittadini chiedono alle Istituzioni che siano rese pubbliche le modalità con le quali si intende dare attuazione a tale adempimento/prescrizione, di conoscere il piano di monitoraggio predisposto (numero centraline e luoghi di collocazione delle stesse per i rilievi), le procedure relative all’A.I.A. e quale ruolo svolgerà l’ARTA che si appresta ad ottemperare al monitoraggio della qualità dell’aria nel nostro territorio.

Non indietreggiano di un millimetro, continueranno la loro battaglia e monitoreranno le questioni invitando alla responsabilità dei ruoli “Noi continueremo a vigilare su quanto accade ricordando ai nostri rappresentanti istituzionali che il ruolo della politica è più che mai decisivo anche in questa fase così avanzata del procedimento”.

Commenta per primo! "Comitati, “rilievi dell’Ingv necessari” ma nessuna “rassicurazione e sicurezza”"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*