Aumentano gli sfratti in Abruzzo, a dirlo i dati del Ministero dell’Interno. Per il 2017 si assiste ad una crescita dell’80 per cento, aumento che investe maggiormente la provincia di Pescara e che cresce anche per L’Aquila, mentre gli sfratti diminuiscono nelle province di Chieti e Teramo. Andiamo ad analizzare il dato: le sentenze emesse nel 2017 le in Abruzzo sono state 2.274 con un incremento dell’80,19%. Le richieste di esecuzione sono state 2.087 con crescita dell’ 82,11% e quelli eseguiti 783, con un aumento dell’ 11,70%.
Percentuali che lasciano poco all’immaginazione, “drammatiche” spiega Walter Rapattoni sul sito dell’Ansa, segretario Unione Inquilini di Pescara “C’è ancora molto da fare nell’ambito delle politiche abitative”
Nella bella regione si registra quindi un aumento dell’esecutività degli sfratti a fronte di un minor numero di provvedimenti emessi, questo “testimonia ancora una volta l’incapacità delle politiche abitative di risolvere il problema alla radice”. Dall’Unione Inquilini la richiesta di immediata sospensione dell’esecuzione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole, questione questa cruciale, grande tema da affrontare nelle politiche regionali e di governo. Perché se parliamo di numeri sono centinaia di migliaia di nuclei “inutilmente” collocati nelle graduatorie e che attendono da anni una casa popolare. Solo due giorni fa una fotografia amara di emergenza povertà allertata dal Cresa, in Abruzzo infatti un residente su cinque è a rischio di sussistenza, e più di uno su dieci vive in una situazione di grave deprivazione materiale.
Emergenza abitativa che attraversa, chi più, chi meno, le realtà cittadine, provinciali, della regione, troppi cittadini in vista di pratiche spesso al collasso, abruzzesi alla finestra ad aspettare, per chi insomma il tetto sulla testa lo ha ancora, nell’attesa di risoluzioni a stretto giro.
A.S.
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