In Abruzzo un residente su cinque è a rischio povertà, e più di uno su dieci vive in una situazione di grave deprivazione materiale. Un quadro che non indugia ma ci racconta a chiare lettere, in questo caso numeri, la situazione del paese reale, quella che parla di poveri, anzi, nuovi poveri e difficoltà di sussistenza. Una regione “fragile”, così definita dal Cresa che ha analizzato i dati, uno scenario che mette sulla bilancia un divario lampante, il gap nella distribuzione del reddito aumenta a svantaggio della frangia più povera della popolazione.
Per fare un esempio e capire l’andamento, Cresa fa riferimento al reddito disponibile pro capite del 2015 in Abruzzo pari a 15.608 euro, come riporta il sito Ansa, la crescita del reddito disponibile non ha modificato la disuguaglianza nella sua distribuzione: nel 2015 il rapporto tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con quelli più bassi è pari nel 2015 a 5,0. A preoccupare è l’aumento che la sperequazione nella distribuzione del reddito ha fatto registrare in regione dal 2004 al 2015: la differenza è cresciuta dello 0,8% contro un aumento medio nazionale dello 0,2%.
Una fotografia amara ma nitida e che forse non lascia molto stupiti, le realtà provinciali, cittadine, quelle che operano nei centri di supporto, nelle Caritas, nel mondo dell’associazionismo a naso c’erano andate parecchio vicine. Basti pensare a quel popolo di invisibili che bussa alle porte dell’accoglienza.
Nelle maglie serrate della povertà infatti cercano di sopravvivere in molti e guardando alla nostra realtà, quella sulmonese, quella sotto casa, l’indicatore ci parla di milletrecento assistiti dalla Caritas e tutti italiani: una cifra che negli ultimi cinque anni ha toccato anche apici di duemila interventi complessivi. A rivolgersi uomini e donne tra i 30 e i 45 anni.La stessa Caritas Italia lo scorso dicembre allertava una crescita esponenziale degli assistiti pari al 165%.
Un aumento degli indigenti e uno scenario su cui fare luce e dare risposte, perché qui siamo prossimi all’allarme povertà, come spiega Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana, che ricorda quello spietato elenco che spalanca la forbice del divario, di chi ha troppo e chi non ha nulla: Tagli del salario, delocalizzazioni, precarietà dilagante e disoccupazione giovanile, punta l’attenzione sul tema delle diseguaglianze come “il frutto più aspro delle politiche liberiste che minano alle fondamenta i diritti sociali costituzionali riguardanti lavoro, casa, istruzione e sanità.” “Servono misure urgenti. Non è più tempo di pezze o di contentini” tuona Licheri che soverchia il silenzio della politica sorda e chiama a gran voce la proposta del reddito minimo garantito, “sono anni che riproponiamo il tema senza alcuna risposta concreta da parte di chi ha il compito di guidare l’Abruzzo.”
A.S.
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