Il disastro incendiario del Morrone di questa estate, insieme a quello di diverse altre aree montane di pregio d’Abruzzo – pensiamo ad esempio all’incendio di Fonte Vetica -, ha messo in allarme la Regione che quest’anno si è dotata per tempo di un piano per l’emergenza incendi. Lo scorso anno questo venne stipulato solo ad estate inoltrata, con una certa dose di superficialità e con poche risorse da impiegare in uomini e mezzi.
La Regione mette invece quest’anno sul tavolo1 milione 700mila euro per la campagna di prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, ben quattro volte di più rispetto al 2017, quando D’Alfonso era convinto di scamparla con 450mila euro, perché per fermare i criminali del fuoco sarebbe bastata poi la nostra “eccezionale rete di organizzazioni di volontariato, già convenzionate con la Regione e che dispongono di personale specificamente formato”.
A presentare il piano di prevenzione nella struttura regionale di Protezione civile, oltre al governatore D’Alfonso anche il neo assessore Lorenzo Berardinetti e il sottosegretario alla presidenza e delegato alla protezione civile Mario Mazzocca. “La campagna di prevenzione incendi boschivi – scrive la Regione in una nota – prevede la sottoscrizione di convenzioni con i Vigili del Fuoco, Carabinieri forestali e le associazioni di volontariato abilitate allo spegnimento; previsto anche il noleggio di un elicottero, la sorveglianza sanitaria per gli operatori impegnati nelle operazioni di spegnimento e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale”.
Inoltre la Regione nell’ottica del potenziamento del numero di volontari abilitato allo spegnimento degli incendi, avvierà a breve nuovi corsi di antincendio boschivo per arrivare a formare altri 400 nuovi operatori, sempre sperando che quest’estate sia meno calda – in tutti i sensi – della scorsa.
Savino Monterisi
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