Rabbia all’Isola Felice: asilo ibrido e rette aumentate

L’incontro ovvero scontro scuola-Comune non è stato una passeggiata, seduti sugli sgabelli rovesciati dei loro figli i genitori dei bambini dell’asilo nido Isola Felice oggi non hanno usato certo toni pacati e riverenze. Come d’altronde avevano già fatto capire nei giorni scorsi. A loro, infatti, palazzo San Francesco gli ha fatto piovere addosso una decisione che è destinata a fargli cambiare abitudini e tempi, a stravolgergli la vita. Perché la scelta di ridurre l’orario e togliere la mensa da un giorno all’altro deve fare i conti con le esigenze della vita quotidiana: i turni, i nonni che non sempre ci sono, le babysitter che non si trovano e non ultimo la questione finanziaria.
Che per molti degli utenti sarà una bella mazzata, comunque vada a finire.
Sì perché una soluzione l’ha prospettata la cooperativa che gestisce il servizio, la Nos, che per far fronte alla delibera di riduzione dell’orario decisa dal Comune per eseguire i lavori di adeguamento sismico della struttura di via della Repubblica, ha ipotizzato il ricorso ad un asilo ibrido: mezzo pubblico e mezzo privato.
Fino alle 13:30, insomma, i bambini saranno “ospiti” del Comune (alla cifra di 114 euro anziché le attuali 210, per la fascia più alta) e per le restanti due ore e mezzo, con pasto esterno, della cooperativa, al costo di 52 euro più 4 euro a buono pasto. A conti fatti fino a settembre (si spera) quando cioè una parte dell’Isola Felice dovrebbe tornare ad essere felice, per frequentare a tempo pieno la struttura le famiglie dovranno pagare 246 euro: 132 euro al privato e 114 al pubblico.
Che per la fascia più alta sono “solo” (si fa per dire) 36 euro in più, ma per quelle più basse (la base paga 65 euro) si tratta di circa 180 euro in più al mese, visto che, ad ora, la delibera non fa differenze tra le diverse fasce e che i 132 euro al privato non prevedono riduzioni (essendo un costo netto).
Quanto basta perché i genitori chiedessero agli assessori (Angelucci e Di Loreto) di farsi carico della differenza da pagare, “in fondo il disagio l’avete creato voi – hanno gridato le famiglie -, dicendoci all’ultimo momento quali erano i vostri programmi e senza darci il tempo di organizzarci”.
“Stiamo valutando la proposta, dobbiamo verificare se è tecnicamente possibile – ha ribattuto l’assessore Angelucci – entro lunedì vi daremo una risposta”.
Il problema non è tanto quello dei soldi, ma della procedura burocratica che, in sostanza, andrebbe a modificare un appalto già in corso (quello con la Nos).
Comunque vada, con il portafoglio alleggerito o con il nonno in soccorso, da lunedì prossimo in via della Repubblica inizieranno i lavori: “Abbiamo studiato con la ditta tempi precisi e orari migliori – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici – di certo il cantiere non può slittare perché altrimenti perderemo il finanziamento”.

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