Uno spettacolo di quelli che sanno guardare, di quelli che vanno oltre la scena da calcare, oltre il bel palco, la battuta giusta. Uno spettacolo di quelli in cui si è presenti e non presenzialisti, un percorso, un cammino, una funzione sociale, che impiega l’arte per il territorio, lasciando al pubblico spunti di riflessione.
Tutto questo è “Teatrodotto della Valle Incantata” regia di Daniella De Panfilis che andrà in scena domenica 27 maggio alle ore 19.00 al teatro Caniglia (ingresso gratuito). Un nome che la dice lunga, quanto una battaglia contro il metanodotto, quella portata avanti da oltre 10 anni dai comitati, uno spettacolo che prende una posizione e vuole dire la sua attraverso tre costanti: teatro, danza e libertà.
Sul palco 65 allievi, attori dai 3 ai 65 anni, alcuni al debutto assoluto, in questa serata-evento, che vede il lavoro congiunto della scuola di Danza “Collettivo Dadalouve” di Stefania Di Massa, dei Corsi di Teatro e Teatro-danza del “Marfateatro” di Daniella De Panfilis, in collaborazione con Manola Amoroso.
Un excursus nel mondo del teatro che condurrà poi alla tematica centrale, appunto la centrale di spinta del contendere, un sostegno ai cittadini che hanno ribadito il no, in cui gli attivisti sono pronti al ricorso al Tar, raccogliendo adesioni, autofinanziandosi, nel frattempo la Snam procede con i carotaggi a Case Pente, lo studio del suolo, di quella terra che ospiterà prima o poi l’opera. O forse no. “Noi volevamo dare il nostro contributo, un messaggio chiaro, non una spinta di gas ma di vita, emozioni, suggestioni, atmosfere, impegno, sensibilità” spiega Daniella De Panfilis che sottolinea “fondamentale il ruolo sociale del teatro, l’arte a servizio, a supporto di un territorio”
Di cosa parla questo spettacolo? “Parla di tutto, parla di noi”. È un viaggio nel teatro a partire dalla tragedia greca, dal coro di Prometeo incatenato che ha sottratto la Luce agli Dei per donarla ai mortali, oggi invece l’uomo contemporaneo ha sostituito la bellezza con l’immagine, il reale col virtuale. Per fortuna poi in soccorso c’è il buon Ovidio, col suo mito di Flora e Shakespeare a celebrare l’amore tra Romeo e Giulietta, che però poi crescono, si perdono di vista, smettono di amarsi. “E quando l’amore finisce, ahinoi, inizia la guerra”.
E ancora, il Teatro del ‘900, lo svuotamento della coscienza, l’uomo ottuso burattino nella giostra senz’anima che si fa teatro dell’Assurdo. La società si sgretola, le mostruose creature mitologiche, le grandi opere devastatrici che danno il là, il ponte poi a quell’altra opera che non piace e che i cittadini mal digeriscono “Il gasdotto non lo vogliamo! Vogliamo la nostra Valle libera. Non siamo schiavi, vogliamo danzare alla vita perché questo siamo noi. Vogliamo condurre l’Arte, le risorse naturali, l’impegno civile, la condivisione, il rispetto, il lavoro, la parità, la possibilità. Vogliamo condurre Meraviglia, non Gas! No Snam, Sì a noi!”
Riflessione, atto dovuto, perché quell’arte recitata e danzata vuol dare la sua affermazione chiara sul quel metanodotto, riflettuta, toccante e condivisa che sappia condurre attraverso lo strumento della bellezza e della cultura alla strada del Teatrodotto, in una Valle che si unisce e resiste.
Anna Spinosa
Per dovere di informazione, invito “il Germe” a visitare un sito che la Snam ha attivato in questi giorni, dedicato all’Abruzzo (e Sulmona) e sul quale è ora possibile reperire informazioni e chiarimenti sul progetto contestato. Il sito è il seguente: http://www.snam.it/it/snam_per_labruzzo/
Cordiali saluti.
Mi scuso per un refuso nell’indirizzo del sito web sopra citato, va corretto in : http://www.snam.it/it/snam_per_abruzzo/