La fiaccolata di San Pietro, fra abbandono e lavori fermi

Si accendono le torce della fiaccolata di San Pietro all’Eremo di Sant’Onofrio per rendere omaggio al santo della frazione sulmonese. Restano però diverse criticità nell’area che i fedeli con le fiaccole attraverseranno stasera. Come ad esempio l’eloquente abbandono in cui versa lo chalet dell’eremo, chiuso ormai da diversi anni e non assegnato in gestione ad alcuno. L’amministrazione aveva dichiarato di volersene occupare in tempi brevi e la consigliera Roberta Salvati dice di essere vicini ad un punto di svolta: “Non voglio dare annunci affrettati ma siamo in dirittura d’arrivo, mancano un paio di riunioni tecniche per risolvere il problema dell’uso civico che ricade sulla struttura. Credo che nelle prossime settimane saremo in grado di comunicare delle novità”. Nel frattempo però il luogo, lasciato incustodito è preda di vandali e disonesti che lasciano l’immondizia fra i tavoli una volta consumate le proprie cose.

C’è poi la questione degli Scavi d’Ovidio e del Tempio di Ercole Curino, l’area archeologica non ha alcun servizio, i soliti vandali hanno fatto fuori ormai da anni i fari che illuminavano il balcone, le insegne che descrivevano gli scavi sono sbiadite se non sfondate mentre è praticamente impossibile intercettare qualcuno che sia in grado di dare informazioni. C’è da aggiungere che eremo, chalet e scavi non sono in alcun modo collegate da servizi di trasporto con la città, una bella beffa per chi sceglie forme di turismo lento, responsabile o sostenibile.

Infine l’Abbazia per la quale si aspetta ancora il tavolo di concertazione mentre i lavori al Cortile dei nobili e al campanile sono fermi. La chiesa di Santo Spirito al Morrone è stata restituita – fortunatamente almeno lei – alla collettività ad inizio maggio e si unisce come unica nota positiva i Volontari delle frazioni, cittadini autorganizzati che hanno ridato vita a quel tratto di strada compreso fra Bagnaturo e la Badia, trasformando i bordi delle strade abbandonati e sporchi in aiuole ricolme di fiori, come il roseto realizzato di fronte l’Abbazia stessa. Mentre l’amministrazione resta inerte almeno i cittadini provano a fare del loro meglio.

Savino Monterisi

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