Ad avere la priorità è la sicurezza epidemiologica, quella che i medici chiamano immunità del gregge. Sulla vicenda che portò lo scorso marzo, la città di Sulmona, alla ribalta delle cronache nazionali, con ben 5 bambini rimasti fuori dai cancelli della scuola Serafini-Di Stefano perché non vaccinati, dei quali poi per due si è provveduto alla regolarizzazione al contrario degli altri tre tutti fratelli, arriva il parere dei giudici amministrativi. Il diritto alla salute insomma per il Tar, supera il muro delle idee e delle azioni dei genitori no vax, qui è proprio la tutela degli altri studenti ad avere preminenza sul diritto all’istruzione di un bambino non vaccinato. La ragione vede l’esigenza di salvaguardare gli altri minori, in questo caso bambini dell’infanzia, una tutela soprattutto nei riguardi di quei piccoli che per patologie non possono sottoporsi all’inoculazione.
Il tribunale amministrativo regionale dell’Aquila ha respinto il ricorso presentato da una famiglia sulmonese che alla famosa data del 12 marzo scorso, termine in cui tutti gli studenti dovevano essere in regola, non avendo fornito la documentazione necessaria e non avendo sottoposto il bambino al vaccino, ha ricevuto il netto no della scuola Serafini-Di Stefano all’ingresso degli alunni. La legge è chiara, le istituzioni devono adeguarsi e la cosa non è stata vissuta a cuor leggero per la preside Elvira Tonti che ha dovuto applicarla quella direttiva “posso essere denunciata per omissioni di atti d’ufficio” spiegava solo due mesi fa.
Andiamo ai fatti accaduti in città lo scorso marzo, erano 4 i bambini dell’infanzia e uno per la primaria a non aver effettuato l’inoculazione, ma, mentre per gli altri casi si era trattato solo di un problema di comprensione da parte di una famiglia straniera e per una dimenticanza, per gli altri 3 invece tutti figli della stessa famiglia era stata proprio la stessa a non aver voluto vaccinare i bambini. E se per il figlio maggiore, alunno della primaria è bastata la sola multa, per i piccoli dell’infanzia la legge Lorenzin è chiara, non si entra.
I giudici respingono così la richiesta da parte della famiglia di sospensiva del provvedimento di diniego della Serafini. Nelle richieste, oltre al reintegro del bambino, a garanzia di educazione, formazione e scambio col gruppo dei pari, la famiglia esprimeva anche problematiche sopraggiunte dopo la sospensione dalle attività didattiche, con i bambini a casa non è possibile avere il tempo per trovare un impiego cosa che attualmente sarebbe difficile. Tra l’altro è stato poi chiarito che la Asl, a differenza di quanto sosteneva la famiglia, aveva notificato con raccomandata la data della convocazione per l’inoculazione e che insomma i familiari non dovevano attendere nulla, sarebbero stati proprio loro a non volere sottoporre i figli ai vaccini obbligatori richiesti senza i quali non si entra a scuola né alla Serafini né tanto meno in altri istituti se il bambino fosse trasferito come a quanto pare la famiglia starebbe pensando di fare.
Basterebbe leggersi bene l’art.32 della costituzione più bella del mondo(?),per farsi una idea del vaccino sì e vaccino no.
Art.32- La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti(quelli veri, aggiungo io).
Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario SE NON PER DISPOSIZIONE DI LEGGE.La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.FINE.
SE NON PER disposizione di legge, dice l’art.32 . E la legge dispone che determinati vaccini vanno fatti,per tutelare la salute,come dice il capoverso. Le vaccinazione hanno salvato milioni di vite umane dall’invalidità e dalla morte. Laddove non ancora esistono ci sono epidemie e morte.Vedi AIDS,vedi Ebola vedi Malaria etc.etc. Molte madri però, danno ancora credito a maghi e stregoni ed ad alcuni medici che vanno in cerca di pubblicità e che andrebbero da subito radiati dagli ordini per le corbellerie che raccontano, tipo l’autismo.
Ma infatti cosa volevano aspettarsi questi genitori?
Siamo ancora una democrazia di diritto. Ci piaccia o no.