Arrivano in Valle Peligna, molti con problemi anche di salute che oltreoceano, in Venezuela, sembravano irrisolvibili. Si tratta di coppie di giovani, padri e madri di bambini che sono riusciti a raggiungere l’Italia, la Valle Peligna nel nostro caso, mettendo da parte giorno dopo giorno i propri risparmi. Nel reparto di pediatria del Santissima Annunziata di Sulmona, ad esempio, solo nell’ultimo mese si sono presentate sei coppie per non parlare di quelle che già frequentano il reparto da tempo. Ci sono diversi casi: una ragazza affetta da tumore da quando è arrivata in Italia è tornata a recuperare l’uso di parte del proprio corpo o di un bambino celiaco che aveva perso ogni vitalità fino a quando si è riusciti a capire quale fosse il suo reale problema. C’è la storia di una giovane famiglia strappata al degrado in una Sulmona forse troppo assopita per comprendere, seguita ora passo passo, con una nuova casa ed una situazione più consona per far vivere un bambino di 18 mesi, anche lui tra i piccoli pazienti di pediatria.
“C’è una continua richiesta di farmaci- spiega Gianna Tollis, pediatra nel nosocomio peligno – anche di quelli che per noi sono all’ordine del giorno come quelli necessari ad un semplice aereosol, laggiù non si trova più niente”. Si tratta spesso di immigrati figli di italiani di seconda o terza generazione che qui in Valle non conoscono nessuno, ma che, tuttavia, riescono a trovare solidarietà e, soprattutto, ospitalità. “Si è creata una vera e propria rete per farli uscire dal Venezuela, una rete per ora ancora ‘sana’, ma non si sa fino a quando andrà avanti così”. Il rischio che si possa finire in qualche “traffico” potrebbe farsi reale. E poi ci sono le famiglie costrette alla separazione, spezzate, una parte di qua e l’altra di là dall’oceano.
Sono questi parte degli effetti di un Venezuela che ha detto “no” al capitalismo sull’onda della rivoluzione avviata da Chavez, ma che nei fatti con Maduro sta stremando la popolazione. Una situazione particolare che Il Germe è riuscito in parte a raccontare grazie alle testimonianze di un italo-venezuelano originario di Pratola Peligna, Roberto Di Mattia. Domani sarà il giorno delle votazioni in Venezuela con l’attuale presidente Nicolas Maduro pronto a ricandidarsi e con lui altri quattro rappresentanti politici. Sono stati, invece, banditi dalla candidatura i veri oppositori di Maduro, conosciuti come Mud, mentre gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno fatto sapere che non riconosceranno i risultati al contrario di Russia e Cuba.
Di Mattia torna a raccontare all’alba delle elezioni la sua terra caraibica: “Le elezioni per il presidente della Repubblica si fanno sempre a dicembre – spiega -, hanno fatto elezioni con brogli per eleggere l’assemblea nazionale costituente che nessun Paese, tranne i loro amici comunisti, hanno riconosciuto. Questa assemblea ha convocato le elezioni quando le stesse devono essere convocate dall’assemblea originaria che loro non hanno riconosciuto. L’ente elettorale, formato tutto dai loro, ha accettato questa convocazione per il 20 maggio, gli unici due candidati che loro chiamano dell’opposizione, Bertucci e Falcon, quest’ultimo amico di Chavez poi dissociato. Poi si presenta Maduro con altri due che fingono di essere dell’opposizione, ma nessuno della vera opposizione li vuole; ci sono i militari, quelli che dovrebbero custodire i centri elettorali per garantire i voti. Il 99% dei Paesi del mondo non riconosceranno queste elezioni – aggiunge Roberto -. Poi c’è da sottolineare che la gente civile che loro hanno a disposizione, armata, può fare stragi in qualsiasi momento”.
Simona Pace
Il Venezuela fu per molti della valle peligna, una specie di corsa all’oro del Klondike, quando verso la fine del 1800, ci fu una febbrile migrazione dei pionieri del west, ad estrarre l’oro da quel fiume canadese. Così in valle peligna, si spopolarono paesi di gente che partì in cerca di fortuna,per il Venezuela,per tutti gli anni 1950 sino al 60. A Pratola, Raiano.R.casale ,meno Sulmona, rimasero solo donne e bambini. Partirono anche ragazzi di 16-18 anni. Molti sono rimasti là e tanti emigrati da lì in USA, altri sono tornati,molto prima della attuale buriana. Tornati con un bel gruzzolo, alcuni ricchi sfondati..etc.Questo per dire che il Venezuela ha dato tanto alle valle peligna, gli ha permesso di uscire dalla miseria e di fare i primi passi nel progresso. Cosa che noi non possiamo dimenticare. Ora è il Venezuela che ha bisogno, di tutto.Il suo acclamato governante, che ha ricevuto altro incarico di presidente dalle attuali elezioni(significa che stanno bene?) ha ridotto il Venezuela ai minimi termini, tanto che la sua moneta nazionale è considerata carta da cesso…etc.etc. Per ciò che fu per noi il Venezuela, credo che tutti indistintamente, abbiamo il sacrosanto dovere di aiutare questa gente rispondendo ai loro appelli e partecipando alla raccolta di generi necessari,per quanto possibile per ognuno di noi. Forse se il Germe centralizza la raccolta in danaro con un garante, molti che partecipano e leggono questa testata on-line, potrebbero dare un contributo, memori di quello che fu per noi il Venezuela, per i nostri padri e per i nostri nonni.
Grazie Bernardo, ancora c é gente che pensa molto diversamente ai politici italiani che solo vedono e pensano a noi cuando bisogna votare. Il problema caro amico é che neanche il consolato italiano nel venezuela ci dá la possibilitá di mettere in regola i nostri documenti, questo é un nostro diritto é un dovere scritto nella costituzione, questo é uno dei nostri grandi problemi ma che nessuno dell´ alto governo riesce a capire o a scovare perché di questa situazione molto anómala.
Ancora non riesco a intendere perché tanta generositá con persone extracomunitarie che non portano con loro il sangue italiano ne la cultura della bandiera tricolore, forse saranno motivi economici dove qualcuno sta prendendo una bella fetta. La nostra situazione come ben si conosce grazie al Giornale Il Germe, é caotica e dopo queste elezioni illegali sará ancor piú flagellante. Speriamo qualche segnale positivo e di solidarietá dall¨ Italia e in special modo dai diversi comuni da dove sono usciti queste persone che oggi si trovano abbandonati e trascurati dal governo Italiano. Nuovamente ti ringrazio un forte abbraccio.