Doveva essere presente all’inaugurazione della chiesa dell’Abbazia Celestiniana sabato scorso, ma ha preferito quella della pista ciclabile di Ortona. E meno male, verrebbe da dire, perché la sua eleganza retorica, il presidente-senatore Luciano D’Alfonso, non avrebbe certo potuto sfoggiarla tra le sacre mura del plesso religioso. Non davanti al vescovo Michele Fusco che, benché orgoglioso frequentatore della strada, certi canoni di bon ton e buona educazione li tiene bene a mente.
Non che l’uso che ne abbia fatto ad Ortona sia stato meno “blasfemo”, se non altro perché esibito davanti a dei ragazzini la cui presenza, pure, il presidente-senatore non ignorava.
Fatto è che D’Alfonso in preda ad uno dei suoi attacchi di foga retorica non è stato proprio un educatore modello, nonostante nel suo intervento volesse richiamare gli astanti a difendere la civiltà e il senso civico.
“Quest’opera (riferendosi appunto alla pista ciclabile, ndr) non ci vuole nulla a distruggerla – ha detto – tre coglioni con i trattori che ci passano sopra” proprio così (guarda il video – D’Alfonso e i tre coglioni – nella sezione “de visu”). E per non essere frainteso lo ha anche ripetuto “tre coglioni” con la mano ad indicare il numero e lo sguardo a cercare il consenso del suo delfino Camillo D’Alessandro, oggi deputato, il quale con evidente imbarazzo ha girato lo sguardo dalla parte opposta.
Poi la lezione della patrimonializzazione del bene, perché “le inaugurazioni non si fanno per far guadagnare qualcosa a qualcuno che c’ha il bar qua vicino” e neanche per fare passerella verrebbe da aggiungere, ma perché “il bene entri nel patrimonio delle persone – ha continuato – per fare sì che quando ci proverà quello lì (ovvero il coglione, ndr) a passare con i cingoli, quello vicino dice no non lo devi fare”.
Già non lo devi fare, neanche uno a ricordarlo al presidente-senatore che certe parolacce, davanti ai bambini, non si dicono proprio. Questione di civiltà, appunto.
assurdo, i veri coglioni sono gli elettori che hanno fatto si che questo elemento possa in un futuro ormai prossimo sedere sugli scranni di palazzo madama, non i contadini che con i trattori magari sono costretti a passare sulle piste ciclabili perchè forse qualche burocrate non ha provveduto a ripristinare le tante strade divelte dalle intemperie degli ultimi anni. Si vergogni.