Piccoli borghi “zona franca”, ecco la Carta di Cocullo

(foto di Angelo D’Aloisio)

Si è parlato di “zona franca” a Cocullo, un luogo dedicato ai piccoli comuni montani e alla loro lotta allo spopolamento. Un tema arduo al centro dell’incontro di sabato scorso indetto dall’Anci, in collaborazione con il Comune, la Pro Loco e l’Associazione i Nola di Cocullo in vista del San Domenico che domani si svolgerà a Cocullo con il tradizionale Rito dei Serpari che tanti turisti e curiosi riesce a convogliare nel piccolissimo borgo. Ma non può essere solo il fenomeno di un giorno o, almeno, a Cocullo si sta cercando di lavorare parecchio su tutto quello che può nascere, economicamente parlando, intorno a questa tradizione candidata a patrimonio immateriale per l’Unesco. “Arrestare il degrado e lo spopolamento dei nostri centri – ha dichiarato il sindaco Sandro Chioccio- è una grande operazione di civiltà a cui la nostra candidatura, che ha oggi il pieno sostegno dell’Anci, può dare forza e visibilità”.

E così l’idea è la sottoscrizione della “Carta di Cocullo” tra tutti i piccoli borghi parte dell’Anci perché allo spopolamento dettato da cause economiche e mancanza di lavoro si è unito il disagio derivante dalle calamità naturali, terremoto e dissesto idrogeologico. Nel documento venuto fuori dall’incontro si parla di “senso di impotenza e pessimismo” tra gli amministratori, ma tuttavia una certa reazione, che va dall’associazionismo ai vari enti, sembra comunque essere viva e determinante affinché non tutta vada alla malora. Così sono stati stilati dei punti sui quali un’azione incisiva potrebbe basarsi.

A partire dal coinvolgimento del governo nazionale (quando ci sarà) sul destino dei piccoli borghi; creare modi e luoghi, anche fisici, di accesso alle risorse economiche europee attraverso strutture in grado di avvicinare i bandi comunitari (notoriamente di complicata progettazione) a tutti coloro che vogliono lavorare sul territorio perché “Nei borghi, infatti, esiste un capitale sociale di grande valore, che va stimolato e motivato a mettere in campo tutta la propria progettualità” si legge sul documento. E poi la fiscalità con l’idea di promuovere agevolazioni per le attività che scelgono di insediarsi su questi territori in particolare nel settore dell’artigianato, della valorizzazione e la coltivazione di prodotti tipici, turismo e organizzazione eventi.

Ovviamente in tutto questo discorso non può mancare quello sulla viabilità, attualmente in pessime condizioni soprattutto nellaprovincia dell’Aquila con circa il 70% delle strade chiuse. Non si può pensare uno sviluppo se mancano basi di questo tipo, insomma, che possano agevolare la promozione turistica ed il quotidiano vivere. Ed infine tornare alla cultura, salvaguardare quella popolare “tutelando e sviluppando le manifestazioni che la caratterizzano. In questo senso è importante che le Regioni interessate si dotino di strumenti legislativi con i quali si riconosca l’importanza della cultura popolare immateriale e si agevola l’accesso della stessa ai fondi europei”.

La mole di lavoro, le intenzioni che vanno avanti da tempo e le promesse sono numerose. Con questa volontà domani Cocullo si appresta a celebrare il noto Rito dei Serpari.

Simona Pace

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