Il tempo è scaduto ieri, nessuna proroga ha deciso l’assessore al Patrimonio Antonio Angelone: Pasquale Sito deve fare le valigie dall’Incoronata, quel ristorante da 500 metri quadrati e alloggio annesso che occupa abusivamente da anni.
Ieri c’è stato così il primo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario incaricato di procedere all’esecuzione dello sfratto: non si scherza, né si tergiversa più. Non c’è richiesta, raccomandazione che tenga.
La procedura si definirà nei prossimi giorni, ma ormai i margini di contrattazione e inesigibili transazioni, sono fuori dall’agenda e dal vocabolario di palazzo San Francesco.
Dopo quasi tre anni dalla sentenza del tribunale che intimava a Sito di lasciare l’immobile comunale e versare 100mila euro circa, diventati nel frattempo quasi 200mila.
Soldi che il Comune probabilmente non vedrà mai, ma almeno potrà contare di nuovo su uno spazio pubblico da mettere a bando per l’affitto o da utilizzare direttamente. Il che non è poco, vista la penuria di immobili che ci sono tra scuole senza tetto e uffici comunali in cerca di casa.
Una storia lunga, fin troppo lunga, non la sola oltretutto. Iniziata quasi trenta anni fa, nel 1990, con la concessione degli spazi a Sito in cambio della custodia degli impianti. Poi nel 2012 scade la convenzione, il custode non è più custode e il Comune comincia a richiedere indietro lo spazio. Ma il ristorante “Da Pasquale” non molla e soprattutto non paga. Non un centesimo negli ultimi cinque anni, da quando cioè, a settembre 2013, il Comune ha interrotto anche gli ordini di servizio per l’apertura della palestra per evitare diritti acquisiti.
Quindi le richieste di transazione, i pareri negativi degli uffici, il tergiversare e il rimandare. Fino alla decisione finale, finalmente, di restituire un bene pubblico al pubblico.
E’ solo però il primo (forse il più evidente) dei casi di gestione “allegra” dei beni comuni a trovare una soluzione. La lista è lunga, a partire dall’ex liceo scietifico di viale Matteotti. Occupato con lucro da diciotto anni dal Consorzio celestiniano e il cui contratto, dopo una lunga battaglia giudiziaria, è scaduto da qualche mese. Un’altra storia, certo, che rischia di non essere così diversa da quella dell’Incoronata.
Sara’ vero?
Lo si farà anche per gli altri?
Si rivedranno anche i canoni affittuari di favore?
La città vi guarda e attende.
Se nn fosse partita da quel ragazzo l’iniziativa il parco fluviale sarebbe rimasto cosi,sporco impraticabile…ora lo affidano alla cogesa..fanno ridere!!
Gli affidamenti di spazi pubblici si fanno tramite bandi con regole ben precise. Basta con gli affidamenti diretti. Tra l’altro quando costa ai cittadini che pagano le tasse questo affidamento diretto? Quali clausole sono previste nel contratto? Quali obblighi? Quali penali in caso di inadempimento? I cittadini pretendono risposte
Sapete se ha aperto da un altra parte con altro nome magari… Grazie